Escursioni e ferrate alla scoperta delle Pale di San Martino, Dolomiti
Al confine tra le valli trentine del Primiero e di Fiemme e i selvaggi valloni dell’Agordino, in Veneto, si distende un poderoso sistema di montagne. Verso ovest si stagliano le Pale di San Martino con vette eleganti come il Cimòn della Pala, la Pala di San Martino, la Cima della Madonna e il Sass Maòr. “Tetto” del gruppo è la Cima della Vezzana con i suoi 3192 metri. Più a est, in Veneto, si alzano l’Agnèr e le Pale di San Lucano.
Scoperte nell’Ottocento da alpinisti e viaggiatori britannici, le Pale hanno visto da allora l’apertura di centinaia di vie di tutti i livelli di difficoltà, da parte di straordinari alpinisti come Gunther Langes, Hermann Buhl, Samuele Scalet, Renzo Corona e Maurizio Zanolla, noto come “Manolo”.
Queste rocce sono state prese a modello da Dino Buzzati per descrivere i “roccioni altissimi, costoni franati, lunghi spacchi tenebrosi” di Bàrnabo delle montagne, e le “dirupate catene, apparentemente inaccessibili” e dal “colore giallo e riarso” che incombono sulla Fortezza Bastiani de Il deserto dei Tartari.
Oggi le Pale sono tra i massicci più integri delle Dolomiti. Il versante trentino è compreso nei 19.000 ettari del Parco Paneveggio-Pale di San Martino, nella zona si vedono facilmente il camoscio, il cervo, lo stambecco e l’aquila reale. Il versante veneto, privo di tutela, è tra i luoghi più selvaggi dei Monti Pallidi.
Le vie ferrate più belle e celebri di questo sistema dolomitico sono la ferrata Bolver-Lugli, la ferrata del Porton, la ferrata del Velo (nella foto in alto).
Simbolo della storia dei rifugi delle Pale è il Pedrotti, nel cuore dell’Altopiano. Viene eretto nel 1889 dalla Società degli Alpinisti Tridentini e incendiato durante la Grande Guerra. Ripristinato al ritorno della pace, è nuovamente incendiato nel 1944, poi ricostruito un’altra volta e dedicato a Giovanni Pedrotti. Nel 1957 la funivia lo trasforma in una facile mèta di passeggiate per famiglie. È una mèta per tutti anche il rifugio Treviso che sorge tra i boschi della Val Canali. Offrono itinerari molto più lunghi il Mulaz, il Pradidali e il Velo della Madonna. Completano il quadro le malghe della Val Venègia e di Passo Rolle, e i bivacchi, spesso accessibili solo a chi ha una buona esperienza di montagna.
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