Ciaspole, sci da fondo, piccozza e ramponi con la guida ricca di itinerari in Appennino

La prima neve emoziona sempre e ci fa venir voglia di tornare a fare escursioni in montagna. Non importa se con sci, ramponi o ciaspole ai piedi. Quel che conta è la passione e la voglia di immergersi anche solo per un giorno nel silenzio ovattato di una delle meravigliose montagne dell’Appennino. E se anche tu hai la stessa nostra passione, ti suggeriamo di prendere spunto per le tue prossime esperienze invernali nella guida scritta da chi di montagna se ne intende davvero. Stefano Ardito così ci presenta il primo volume di APPENNINO BIANCO:
“Un pendio scintillante, una vetta lontana, il cielo azzurro, un piccolo essere umano in cammino. Sulla copertina di questa guida campeggia il Vettore, “tetto” dei Sibillini e delle Marche, ma potrebbero esserci molte altre cime. Il Velino, affacciato sulla piana del Fucino e visibile perfino da Roma. Il Corno Grande che sorveglia buona parte dell’Abruzzo. Il Camicia con la sua selvaggia parete. Le vette della Laga che chiudono la conca di Amatrice.
In estate, per chi guarda da lontano, molte tra le cime più alte dell’Appennino si confondono con i “montarozzi” che fanno loro corona. D’inverno, grazie alla neve e al ghiaccio, l’equivoco non è più possibile. Le cime più importanti sono lì, impongono la loro presenza. Suggeriscono a chi ama la montagna di salirle, o almeno di andarle ad ammirare da vicino.
Panorami verso le vette più alte si ammirano da decine di borghi e città dell’Appennino. Molte cime descritte in questa guida sembrano a portata di mano dalle piste di discesa di Ovindoli e di Campo Felice, di Frontignano e Sarnano, dei Prati di Tivo e di Campo Imperatore. Per scoprire il fascino della montagna invernale, però, bisogna volgere le spalle alle piste, cercare il silenzio, spingersi in uno dei tanti luoghi dove la natura regna ancora sovrana.
Molti autori hanno cantato il fascino dell’alto Appennino in veste invernale. Varie pubblicazioni hanno descritto queste montagne a uso e consumo degli sciatori-alpinisti. Qualcosina è stato scritto sulle cascate di ghiaccio, o le passeggiate con le ciàspole. Questa guida, la prima del suo genere, si rivolge agli escursionisti con le racchette da neve o gli sci da fondo, che percorrono gli stessi itinerari o quasi. E ai camminatori che si spingono al confine dell’alpinismo, salendo con piccozza e ramponi in direzione delle cime.
Uniscono tra loro i nostri percorsi la posizione geografica, la bellezza, il periodo in cui possono essere seguiti. A chi li vuole affrontare, oltre al rispetto per la natura dei monti, raccomandiamo un pizzico di umiltà e un esame di coscienza. Abbiamo le conoscenze tecniche adatte? Il vestiario e l’equipaggiamento sono giusti? Le condizioni della montagna sono adatte? In caso di dubbi, fatevi accompagnare da una guida alpina, o partecipate a un corso del CAI. La montagna invernale è splendida, ma va affrontata con rispetto.
Buone nevi d’Appennino, per tutti.”
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