Luca Mazzoleni e i suoi itinerari di scialpinismo sui Monti della Laga
Pizzo di Sevo, Cima Lepri, Pizzo di Moscio, Monte Gorzano, Cima della Laghetta: sono solo alcune delle straordinarie cime toccate dagli itinerari di scialpinismo descritti da Luca Mazzoleni che ci introduce così la meravigliosa zona dei Monti della Laga.
“Confrontando i Monti della Laga con il resto dell’Appennino salta all’occhio come questi siano un gruppo a sé, con forme e ambienti singolari, che anche a un osservatore distratto risultano tanto differenti dai massicci montuosi adiacenti. Le impermeabili rocce arenaceo-marnose che compongono queste montagne le rendono ricche di ruscelli e fonti, cosicché i molti fossi e le numerose cascate non sono mai in secca e gli antichi boschi crescono rigogliosi.
È per l’abbondanza d’acque e di selve che queste montagne si distinguono dagli altri massicci del più arido Appennino, dove l’acqua c’è ma dal carsismo delle rocce calcaree è inghiottita nelle profondità dei monti e la vegetazione talvolta stenta. Sono così simili a se stesse queste montagne, ma anche così diverse nei due opposti versanti, quello laziale e quello abruzzese. Simili appunto per la gran quantità d’acque e per le rocce di sabbiosa arenaria; per gli estesi boschi di querce, castagni, faggi; per gli ampi e brulli spazi delle cime e delle creste in quota.
Ma tanto sono dolci e rassicuranti i pendii orientali, che dalle valli dell’Abruzzo salgono gradatamente alle cime principali, tanto è ripido e impervio il versante occidentale, che si abbassa brusco sulla bella conca di Amatrice.
I Monti della Laga fanno parte del Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga: qui la natura e le testimonianze della sua storia e cultura sono tutelate, salvaguardate e valorizzate in ogni loro manifestazione.
Tutto ciò fa sì che vi sia una netta differenza anche tra gli itinerari scialpinistici sui Monti della Laga che salgono al lungo e sinuoso crinale principale, dove si allineano le vette maggiori. Sono facili e modeste la maggior parte delle ascensioni del versante orientale, lungo i costoni bianchi di neve e scuri di faggi, generalmente sicure anche con innevamento abbondante, adatte a inizio stagione per rodare le gambe o avvicinare allo scialpinismo i neofiti.
Si presentano invece più complessi e tormentati buona parte degli itinerari che salgono per il versante occidentale, che devono laboriosamente cercarsi la strada verso i ripidi pendii sommitali attraverso i fitti boschi e i profondi fossi che incidono i fianchi delle montagne. Per apprezzare queste montagne non c’è che andare a seguire le tracce che vi si avventurano, non rimarrete delusi.”
Buona neve!
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