Scialpinismo sulla Costa della Tavola, salita per il Costone della Cerasa
Oggi vi proponiamo il divertente itinerario di scialpinismo che ha come meta il Costone della Cerasa (Cima Occidentale) per terminare in discesa sulla Costa della Tavola. Lo descrive Luca Mazzoleni nella guida Scialpinismo in Appennino Centrale.
Scialpinismo sul Gruppo Velino-Sirente
Quando la strada dei Piani di Pezza è chiusa alle auto per la neve, la salita al Costone della Cerasa per la Costa Cerasole è un itinerario più divertente e panoramico della lunga traversata dei piani stessi. Lo scialpinismo per la Tavola è ormai una classica. Infatti, nonostante il dislivello modesto e un po’ di bosco in basso, questa gita merita la sua fama per la bellezza del paesaggio e la divertente discesa.
Località di partenza Vado di Pezza 1482 m
Dislivello 780 m
Tempo di salita 3 ore. Complessivo 5.30 ore
Difficoltà BS
Esposizione salita est, discesa nord
Cartografia Gruppo Velino-Sirente, CAI Abruzzo; Carta Monte Velino Iter Edizioni
Accesso
Lungo la SS 5 bis L’Aquila-Celano fino a Rocca di Mezzo, quindi si seguono le indicazioni per la buona strada asfaltata che arriva al Vado di Pezza.
Salita per la Costa Cerasole
Dal vado che si apre sui Piani di Pezza nei pressi del piccolo Rifugio del Lupo ci si abbassa nei piani in direzione sud/ovest, puntando alla dorsale boscosa che separa i Piani di Pezza dal Piano del Ceraso. Si risale il crinale della Costa Cerasole con traccia piacevole e mai ripida, tra boschi di faggi e ampie radure fino a una larga cresta sotto il Costone della Cerasa.
Si entra a destra nell’ampio circo sul versante nord risalendolo fino al largo crestone. Si segue ora l’arrotondato crinale con minimo saliscendi fin sulla Cima Orientale del Costone della Cerasa 2159 m, proseguendo quindi per quella Occidentale 2182 m (piccolo ometto in cima, qualche palo di legno sul crinale, ore 3,00).
Scialpinismo sulla Costa della Tavola
Dalla vetta ci si affaccia a nord sulla Costa della Tavola, ben delimitata ai lati dai salti delle due fasce rocciose che la caratterizzano. Si scende direttamente il pendio della Tavola percorrendolo fin al margine del bosco (quota 1900 circa): quindi a destra per un ripido canalino, poi lungo la pista lasciata nel bosco dalle valanghe.
Quando questa è sbarrata dal bosco si percorre grosso modo il centro dell’anfiteatro e con pazienza si supera un tratto più intricato, con percorso intuitivo fra piante e radure. Non troppo oltre si esce all’aperto sui Piani di Pezza. Per evitare la fitta macchia nell’anfiteatro a quota 1900 circa, si può provare a tirare dritti nel bosco, evitando di imboccare il ripido canalino sulla destra, entrando così subito nella faggeta al piede della Costa della Tavola (qui è anche segnata la traccia sulla carta CAI e le piante sono meno intricate che sul percorso precedente), poi attraverso la vegetazione che va allargandosi si ritrova la traccia che sbuca sui Piani di Pezza.
Terza e ultima possibilità è di scendere all’inizio della faggeta a sinistra, tra il bosco e la valle lungo il bordo sinistro della Tavola guadagnando così ancora qualche curva su terreno aperto prima di incontrare il bosco; a seguire un centinaio di metri di vegetazione più fitta e quindi bosco meglio sciabile che si apre sui Piani di Pezza. Comunque siate arrivati sui piani ora dovete sganciare gli attacchi e ciabattare per poco più di cinque chilometri di terreno pianeggiante verso est, a raggiungere il lontano Vado Di Pezza 1482 m (ore 5,30).
La guida
L’itinerario proposto è tratto dalla guida Scialpinismo in Appennino Centrale di Luca Mazzoleni.
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