I Consigli Pratici per affrontare l’Alta Via delle Marche

Tutti i consigli pratici degli autori della guida A piedi sull’Alta Via delle Marche per affrontare al meglio le tappe di questo cammino.
L’Alta Via delle Marche: i consigli
Nel suo percorso di 416 chilometri lungo l’Appennino umbro-marchigiano, l’Alta Via delle Marche attraversa ambienti, luoghi e paesaggi molto diversi tra loro. Dal nord al sud della regione, al variare della morfologia del paesaggio, cambia anche la tipologia di escursioni da affrontare: dalle zone più dolci di tipo pedemontano e collinare, alle cime più alte, come i massicci dei Sibillini e della Laga, in cui gli itinerari sono classificabili come di media ed alta montagna.
L’itinerario è stato concepito come una vera e propria via “Alta”: le varie tappe percorrono sentieri in quota e collegano le più importanti catene montuose della regione, evitando, ove possibile, strade asfaltate.
Sentieri per tutti o no?
L’Alta Via delle Marche non è un trekking per tutti. A causa del dislivello medio giornaliero di circa 780 metri in salita e in discesa, bisogna avere un buon allenamento ed aver fatto altre esperienze di camminate in montagna.
In quale periodo?
Data l’elevata eterogeneità dei percorsi, per determinare il periodo migliore per affrontare qualche tappa dell’Alta Via delle Marche o l’intero trekking, è necessario tenere in considerazione e mai sottovalutare diversi aspetti, quali la quota massima raggiunta, il fondo del terreno, la lunghezza del percorso e la sua esposizione ai raggi solari.
Soprattutto nel periodo invernale, alcuni sentieri potrebbero essere non percorribili o maggiormente esposti a rischi, così come potrebbero essere chiuse le strutture ricettive presenti lungo il percorso. Si raccomanda in inverno e ad inizio primavera di evitare le tappe di alta e media montagna, in particolare quelle che prevedono passaggi in cresta e a quote elevate. In piena estate invece sono sconsigliati i lunghi tratti che si svolgono in aree scoperte.
L’attrezzatura
Sia che si scelga di fare un’escursione giornaliera o un trekking di più giorni, ci sono alcune regole di base generali da osservare. La prima riguarda le calzature da indossare: sono fondamentali gli scarponi da trekking, preferibilmente impermeabili e con una suola ben tassellata e antiscivolo. Nel caso in lo scarpone sia stato acquistato da poco, è bene rodare la calzatura qualche giorno prima di intraprendere percorsi lunghi e faticosi.
Da non sottovalutare l’adeguata allacciatura degli scarponi: non deve essere troppo stretta, ma allo stesso tempo deve bloccare la caviglia e non far muovere il piede all’interno dello scarpone per evitare la formazione di vesciche. Nel caso in cui lo scarpone non venga utilizzato da molto tempo, si consiglia di verificare lo stato della suola.
I bastoncini da trekking sono molto utili per aiutare la progressione sia in salita, distribuendo lo sforzo anche agli arti superiori, sia in discesa, in quanto permettono di non caricare troppo le articolazioni delle ginocchia.
L’abbigliamento
Per quanto riguarda l’abbigliamento, nel periodo primaverile-estivo è consigliabile indossare una maglia a maniche corte e pantaloni traspiranti. I pantaloni devono essere preferibilmente lunghi in quanto proteggono da irritazioni da contatto con piante urticanti o rovi e punture di insetto. Nelle giornate calde, è utile un cappello a falda larga per proteggere il viso, le orecchie e la testa dalle scottature.
In autunno e in inverno è consigliabile indossare capi di intimo tecnico, una maglia traspirante a maniche lunghe, un pile, un guscio, meglio se in membrana Goretex, e pantaloni impermeabili e antivento. Inoltre, non bisogna dimenticare guanti, cappello di lana e, nel caso di neve, ghette.
Lo zaino
Lo zaino deve essere comodo, con una buona distribuzione del carico e con schienale rigido che permetta anche la traspirazione. È bene fare attenzione all’allacciatura dello zaino: è importante che la cintura in vita sia stretta per scaricare il peso sulle anche e non solo sulla schiena e sulle spalle. Per il trekking occorre uno zaino da 45-50 litri (quello da 30-35 litri si utilizza per escursioni in giornata o al massimo per un weekend).
Va preparato con tutto il necessario senza, però, renderlo eccessivamente pesante. Indispensabili sono un paio di ciabatte, indumenti per la notte, borsa con l’occorrente per l’igiene personale, e, per chi non ha problemi di carico, un paio di scarpe più leggere. Si consiglia di avere almeno un paio di cambi di magliette, calzini e pantaloni e di verificare se le strutture in cui si dormirà mettano a disposizione una lavatrice e una asciugatrice. Se si pernotta in rifugio, sia gestito che non, ci si deve informare preventivamente se è necessario portare il sacco a pelo e/o il sacco lenzuolo.
Quando si prepara lo zaino non si deve mai dimenticare di inserire: acqua (almeno 1,5 litri), cibo (barrette o cibi facilmente digeribili), una mappa topografica, una bussola, una lampada frontale, un kit di pronto soccorso, un cambio (in particolare una maglietta traspirante e un paio di calzini), una maglia in pile, un guscio antivento e impermeabile, una mantella per la pioggia, un copricapo, guanti, occhiali da sole, crema solare, un coprizaino, un coltellino multiuso. Inoltre, è molto utile avere con sé un GPS.
La segnaletica
Trattandosi di un percorso inedito, non esiste al momento una segnaletica specifica per l’Alta Via delle Marche. In quasi tutto il percorso però ci si può avvalere della segnaletica ufficiale codificata dal CAI, contraddistinta dai colori bianco e rosso.
In questo cammino, oltre ai segnavia CAI, si incontrano altre tipologie di segnaletica. Nelle prime tappe si trovano segnavia e cartelli dell’Alta Via dei Parchi dell’Emilia Romagna (indicata dalla scritta “Alta Via dei Parchi” bianca su sfondo verde sfumato). Le tappe descritte nell’ultimo capitolo e che si svolgono nel territorio del Parco Nazionale dei Monti Sibillini si avvalgono della segnaletica relativa al Grande Anello dei Sibillini (indicato da una “G” di colore verde). Inoltre spesso si percorrono tratti comuni al Sentiero Italia, che viene indicato dalle lettere “SI”. Laddove la segnaletica è assente viene specificato.
La segnaletica può essere verticale o orizzontale. La prima è spesso presente all’inizio di ogni sentiero e agli incroci più importanti, di solito riporta anche le informazioni sul nome della località dove è posto, la direzione della località di destinazione, il numero del sentiero e i tempi di percorrenza. La segnaletica orizzontale è posta lungo il sentiero per dare continuità e conferma del percorso ed è costituita da bandierine bianco-rosse poste su tronchi di albero o sassi, o da paletti. In altri casi, la continuità del percorso è indicata dai cosiddetti “ometti” di pietra, formati da pietre e sassi posti uno sopra l’altro a formare una piramide.
Come orientarsi
Ogni singola tappa descritta nella guida è corredata da una mappa orientativa, ma è necessario avere con sé una carta escursionistica, preferibilmente in scala 1:25:000. Se si è in possesso di un navigatore GPS, è consigliabile portarlo con sé durante l’escursione. Se si utilizza un navigatore GPS o uno smartphone con app dedicate al trekking, è possibile scaricare le tracce GPS di tutte le tappe seguendo le istruzioni riportaste a pagina 29 della guida.
Dove dormire
Ogni itinerario riporta, alla fine, l’elenco delle strutture dove è possibile pernottare, con l’indicazione del numero di camere disponibili e tutte le informazioni utili per contattarle. I punti d’appoggio sono molto eterogenei tra loro: si possono incontrare veri e propri hotel, b&b, agriturismi, rifugi gestiti e non gestiti e case vacanze. Si trovano lungo il percorso, in prossimità del punto di arrivo della tappa o a pochi chilometri di distanza. Prima di mettersi in cammino è fondamentale informarsi se siano aperti e funzionanti. All’interno delle aree protette è possibile pernottare in tenda in zone appositamente predisposte come definito da ciascun specifico regolamento.
In altre zone è necessario informarsi prima della partenza contattando il Comune interessato per le dovute autorizzazioni di campeggio itinerante. Si segnala che, a causa del sisma che nel 2016- 2017 ha coinvolto il Centro Italia e che ha visto duramente colpita la regione Marche, molte strutture ricettive hanno subito danni più o meno rilevanti. L’area interessata è, in particolare, quella del Parco Nazionale dei Monti Sibillini e del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. In questa guida sono state inserite le strutture ricettive attive al momento della pubblicazione. Altre sono in fase di riapertura. Sul web sono costantemente aggiornati i siti www.sibillini.net e www.gransassolagapark, in cui sono riportate le strutture aperte all’interno dei due Parchi.
Per non andare da soli
Per chi ha poca esperienza in ambiente montano si consiglia di avvalersi della presenza di una guida professionale abilitata all’accompagnamento. In virtù della legge nazionale n. 4/2013, nel caso dei percorsi riportati in questa guida, che non necessitano di uso dei mezzi per la progressione alpinistica, è possibile farsi accompagnare da guide ambientali escursionistiche (come le guide associate nell’AIGAE – www.aigae.org), guide alpine e accompagnatori di media montagna (come le guide e gli accompagnatori associati al Collegio delle Guide Alpine – www. guidealpinemarche.com). Organizzano escursioni anche le numerose sezioni del CAI (www.cai.it/regione/marche) presenti nel territorio e i gruppi trekking aderenti a Federtrek (www.federtrek.it).
In caso di incontro con cani da guardiania
Se durante un’escursione si incontra un cane da guardiania o un gregge, per evitare spiacevoli conseguenze, si devono seguire alcuni precisi comportamenti. Non si deve attraversare il gregge, non si deve urlare, non si deve correre o mostrare il bastone. Bisogna fermarsi e stare calmi. Se si è in bicicletta il consiglio è scendere e fermarsi per qualche minuto. In entrambi i casi se il cane non si tranquillizza si indietreggia e si cerca un percorso che bypassa il gregge.
In caso di guai
Se durante il trekking capita un infortunio si deve mantenere la calma. Prima di tutto è bene valutare se si tratta di infortunio lieve e, quindi, se si può procedere con le proprie gambe nel cammino. Altrimenti, è bene chiamare il numero di emergenza 118 e fornire dati utili sulle proprie condizioni o su quelle del ferito. Bisogna essere in grado di indicare la propria posizione, al fine di poter agevolare l’individuazione del luogo dell’incidente ai mezzi di soccorso.
Il Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico dell’Umbria e delle Marche riesce ad intervenire in modo repentino tutto l’anno anche con l’uso dell’elicottero. Se anche questa soluzione non è fattibile, qualora si è in gruppo, è necessario che uno o più membri scendano a valle per lanciare l’allarme, senza lasciare da solo il ferito.
La guida a cura di Nicola Pezzotta e Luca Marcantonelli
Trovi la descrizione dettagliata del cammino dell’Alta Via delle Marche, completa di mappe, foto e info sulle strutture ricettive, e tante altre informazioni utili e approfondimenti nella guida A piedi sull’Alta Via delle Marche:
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