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Peralba, Sauris, Dolomiti di Val Pesarina: i migliori itinerari ai più bei rifugi

Peralba, Sauris, Dolomiti di Val Pesarina: i migliori itinerari ai più bei rifugi
27 Luglio 2016

Appassionati di trekking, escursioni, arrampicata, mountain bike, se non conoscete ancora questi luoghi vi faremo venire la voglia di preparare lo zaino e partire! Sentite come Stefano Ardito ci descrive nella guida I 50 rifugi più belli del Friuli Venezia Giulia questi monti e i loro rifugi.

Sul confine tra il Veneto, il Tirolo orientale austriaco e il Friuli Venezia Giulia si alza una montagna imponente. È il Peralba, una cima calcarea che raggiunge i 2694 metri di quota, e che domina con le sue pareti le sorgenti del Piave, la Val Sesis, l’alta Val Fleons e la Frohntal austriaca. Il calcare a grandi placche arrotondate, oltre alla posizione sul confine, fa del Peralba (il nome significa “pietra bianca”, ed equivale a quello tedesco di Weisstein) il massiccio più occidentale delle Alpi Carniche.

Intorno al Peralba si alzano belle cime calcaree come il Pic Chiadenis e il Monte Avanza. A ovest del confine regionale sono i massicci del Rinaldo e delle Crode dei Longerin, separati dalla verde Val Visdende. Più a sud, tra Sappada e Pesariis, si alzano altre catene che segnano il confine orientale del mondo dolomitico.
L’elenco include la spettacolare Terza Grande (posta interamente in Veneto), e il Monte Siera che si alza sul confine regionale. È invece interamente in Friuli il massiccio dei Clap. Le catene che abbiamo appena elencato prendono il nome di Dolomiti Pesarine (o di Val Pesarina), dal solco che le delimita a sud.

Ancora più a sud il paesaggio cambia di nuovo. Le arrotondate montagne di Sauris tra la Val Lumiei e la Val Pesarina, hanno un aspetto verde e arrotondato, che ricorda il versante austriaco delle Alpi Carniche.
L’abbondanza e la ricchezza dei pascoli hanno fatto sì che, fin dal Medioevo, siano venuti a stabilirsi quassù allevatori e contadini provenienti dal Tirolo o dalla Carinzia, che hanno introdotto nella Valle un dialetto tedesco. La roccia ricompare sulle vette del Bivera e del Tinisa, che delimitano a sud la Valle di Sauris e la separano dal corso del Tagliamento e dalla strada che sale da Tolmezzo verso Forni di Sopra e il Passo della Mauria.

trekkers on the path between Chiansaveit pass and Casera Chiansaveit (Chiansaveit Alm), Forni di Sopra, Udine province, Italia, Italy
La vastità e la varietà di queste montagne, che offrono itinerari al camminatore, all’alpinista, all’appassionato di mountain-bike e allo scialpinista, fanno sì che anche i rifugi siano diversi tra loro. Allo spartano ma accogliente rifugio Calvi, ai piedi delle rocce del Peralba, e al rifugio Fratelli De Gasperi, si affiancano il rifugio Chiampizzulon tra i boschi di Rigolato, le malghe-rifugio dei dintorni di Sauris, il rifugio Monte Siera raggiunto dagli impianti di risalita di Sappada e il rifugio Tita Piaz che sorge accanto al Passo del Pura, ai piedi delle rocce del Tinisa.
La chiusura a causa di una frana della strada di Forcella Lavardêt, ha reso più isolate queste montagne e più complesse le comunicazioni tra i centri friulani di Sauris e Pesariis e quelli cadorini di Vigo, Laggio, Lorenzago e Santo Stefano di Cadore.

La lingua e il carnevale di Sauris
Nessun documento ricorda quando una comunità germanofona, proveniente dall’alta Val Pusteria o dal Tirolo orientale, si è insediata a Sauris, Zahre in tedesco. Aiuta a capire l’epoca di quella migrazione la parola “Vošankh”, che indica il Carnevale, e che nell’area di partenza era in uso solo fino al Trecento.
Il Carnevale saurano iniziava dopo l’Epifania. Ci si mascherava il giovedì, il sabato e la domenica, dividendosi nelle šean šembln (“maschere belle”) e nelle šeintan šembln (“maschere brutte”), le prime con i vestiti della festa, le seconde con quelli del lavoro. La festa iniziava al comando del Kheirar, il personaggio più spaventoso. Come a Sappada, altra isola di cultura tedesca, le ultime tre domeniche di Carnevale erano la Hearnsuntach (“domenica dei ricchi”), la Pauarsuntach (“domenica dei contadini”) e la Petralsuntach (“domenica dei mendicanti”).

Oggi il carnevale di Sauris attira molti visitatori. Le maschere si ritrovano sulla piazza di Sauris di Sopra, e sfilano in corteo verso Sauris di Sotto, con in testa il Kheirar e il Rölar. Numerose anche le Rikè, le maschere belle, con il viso nascosto da un fazzoletto bianco ricamato.

Dance of Folkloristic Group "Stelutis di Udin", The fair of prosciutto, Sauris di Sotto, Udine province, Carnia, Friuli Venezia Giulia, Italia; Italy