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Monte Volaia da Collina | A piedi nel Friuli Venezia Giulia

Monte Volaia da Collina | A piedi nel Friuli Venezia Giulia
25 Giugno 2020

Oggi esploriamo un’ardita vetta a picco sull’Obere Wolayer Alpe: il Monte Volaia. L’itinerario è tratto dalla nuova guida A piedi nel Friuli Venezia Giulia di Eugenio Cipriani.

Montagna di grandi dimensioni, il Monte Volaia è una cima “difficile” per gli escursionisti meno esperti, ma di notevole soddisfazione. La sua lunga cresta nord rinserra ad occidente la Conca di Volaia (Obere Wolayer Alpe), mentre quella meridionale si allunga fino alla Tacca del Sasso Nero. Il versante orientale è formato da un’alta e verticale parete solcata da gole e canali, mentre ad ovest un ampio e uniforme piano inclinato formato da lastroni alternati a tratti detritici degrada sull’alta Val Bordaglia.

Numerose sono le testimonianze belliche ancora presenti in zona in quanto la cima fu presidio italiano durante la Grande Guerra. Sulla cima è collocata una grande croce con annesso libro di vetta. Dai 2470 metri della sommità si gode di un ampio panorama che si estende su tutta la catena carnica principale, sulle cime delle Dolomiti orientali e sui ghiacciai delle più alte vette austriache.

Scheda tecnica itinerario

Quote da 1280 a 2470 m
Dislivello 1190 m
Tempo 7 ore
Difficoltà EE
Segnaletica bianco-rossa 176, 176a, 141
Periodo consigliato da metà giugno ai primi di ottobre
Cartografia Tabacco 09 Alpi Carniche Carnia Centrale
Rifugi e punti d’appoggio Staipo da Canobio (1280 m), privato, solo ristoro, aperto da giugno a fine settembre, tel. 347.4099269

Accesso

Da Forni Avoltri si raggiunge l’abitato di Collina (1246 m) e si prosegue lungo la strada asfaltata che porta al Rifugio Tolazzi fino all’ampio parcheggio di fronte al ristorante Staipo da Canobio (1280 m).

Itinerario di salita

Lasciata l’auto, si supera il Rio Fulin tramite un ponte di legno e quindi si imbocca in direzione nord il sentiero segnavia 176 che risale ripidamente con alcuni tornanti i pendii boscosi della valle del Rio Chianaletta fino all’omonima casera (attualmente in disuso ma che può essere utilizzata come riparo in caso di maltempo), quotata 1818 metri.
Dalla casera il sentiero prosegue obliquando verso sud est in una zona cespugliosa e raggiunge uno spallone erboso che cala dalle sommità del Sasso Nero (1.30 ore). Il sentiero risale fedelmente lo spallone fino ad un caratteristico masso nei cui pressi, tralasciata una traccia in direzione di Forcella Ombladet, si prosegue ancora in salita per prati e ghiaie fino a giungere al bivio (2120 m) con la via normale proveniente dalla suddetta forcella.
Risalito il ripido pendio grazie ad un comodo sentiero con ampi tornanti, ci si porta in cresta nei pressi di postazioni di guerra. Proseguendo in quota si arriva alla Tacca del Sasso Nero (2350 m), dove giungeva la via ferrata austriaca – attualmente dismessa ‒ proveniente dalla Conca di Volaia. Si continua adesso lungo vecchi sentieri di guerra e roccette, risalendo prima un ripido canale e poi le rocce e gli sfasciumi sommitali fino a toccare la panoramica sommità del Monte Volaia (2470 m, 2.30 ore).

Itinerario di discesa

In discesa si segue la via di salita fino al bivio quota 2120 metri e lì, tralasciato il sentiero percorso in salita, si segue il segnavia 176a fino alla Forcella Ombladet (2061 m). Si imbocca il sentiero segnavia 141 verso sud est percorrendo un ripido valloncello erboso e, passando sotto pareti rocciose, si arriva ad un’ampia zona prativa presso i resti di Casera Cjampej (1774 m, 1.30 ore). Badando bene a non perdere la traccia di sentiero fra l’erba, si scende ancora fino ad arrivare ai margini del bosco laddove il sentiero si fa più ampio per trasformarsi poi in una ripida mulattiera. Verso la fine, nei pressi del Rio Collinetta, la mulattiera diviene stradina sterrata che compie un’ampia svolta a sinistra (est) e passa sopra il paese di Collina. Si trasforma poi in strada asfaltata (Via del Leone), porta all’estremità orientale di Collina e, dopo una curva a destra, si congiunge con Via Rifugio Marinelli che si segue verso sinistra. Via Rifugio Marinelli cambia nome e diventa Via della Segheria che si percorre per circa duecento metri arrivando in breve al punto dove era stata lasciata l’auto nei pressi del ristorante Staipo da Canobio (1.30 ore).

La Guida

L’itinerario completo di mappa e bellissime foto è tratto dalla guida A piedi nel Friuli Venezia Giulia


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