L’isola di Cirella, la piccola balena
Non dimentichiamo che si può sempre viaggiare anche con la fantasia! Lucrezia Argentiero ci racconta l’Isola di Cirella nella guida Il giro d’Italia in 50 isole.
Tutti da queste parti, nella “riviera dei cedri”, chiamano l’Isola di Cirella “la balena” per via della sua forma. Ma, a dire il vero, del cetaceo di gigantesca taglia, l’isola di Cirella che si erge sulle acque del Tirreno al largo del litorale tra Diamante e Cirella, ha solo le sembianze. Perché in quanto a dimensioni è davvero un piccolo scoglio in mezzo al mare con una superficie che non raggiunge nemmeno il chilometro quadrato per un’altezza massima di circa 40 metri ed è, dopo quella di Dino, la seconda isola della Calabria.
Nessuno abita su questo minuscolo paradiso terrestre che rappresenta un vero e proprio gioiello ambientale e naturalistico. È facilmente raggiungibile dalla spiaggia antistante, oppure dal porticciolo di Diamante, sia con un pattìno che con la motobarca. Una chiazza di verde in mezzo all’azzurro, ricoperta da una rigogliosa macchia mediterranea che si accende in primavera di splendide fioriture. Una breve arrampicata vi condurrà nella parte più in alto, dove ci sono i ruderi di una torre costiera d’avvistamento. Una di quelle che servivano per difendersi dagli attacchi dei pirati. La costa tirrenica della Calabria per diversi secoli è stata devastata dalle scorrerie dei Saraceni. Più di una volta insidiarono anche Cirella, che proprio nell’850 fu teatro della sua prima distruzione, avvertendo così l’urgenza di fortificarsi. La torre, costruita dai vice re di Napoli nel 1562, aveva una pianta quadrata, di circa 10 metri di lato con pareti così imponenti da raggiungere i 4 metri di spessore. Tutt’intorno alla torre si estende un boschetto di limoni e euforbia arborea, essenza tipica che da aprile a giugno riempie di un tappeto di colore giallo l’isola.
Un tour con maschera e pinne.
È questo il luogo ideale per fare immersioni e snorkeling alla ricerca dei misteri degli abissi. Qui le rocce calcaree, sottoposte all’erosione marina continua, hanno dato vita a grotte, anfratti, piccole insenature, gole, scogliere sommerse. Buttate giù la testa. I fondali nascondono ancora reperti archeologici. Sono state rinvenute anche delle antiche anfore di origine greco-romana. Gli specchi d’acqua del versante orientale dell’isola sono anche ricchi di Posidonia oceanica e fra queste è possibile ritrovare esemplari di Pinna nobilis, il più grande bivalve del Mediterraneo che è anche una specie protetta.
Nella guida trovi inoltre preziosi consigli pratici su dove mangiare e dormire, curiosità e l’idea in più per una vacanza diversa dal solito. Buona lettura!
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