Sulle creste del Monte Viglio (2156 m) | Lazio a piedi
Riccardo Hallgass ci conduce sulla vetta del Monte Viglio con un ampio anello che parte dal Valico di Serra Sant’Antonio e si sviluppa sulle creste. L’itinerario è descritto nella guida Lazio a piedi.
Incastonato al confine tra i Monti Simbruini e gli Ernici, il Monte Viglio, con i suoi 2156 metri di quota, è la massima elevazione di entrambi i gruppi nonché un eccezionale punto panoramico sulla Val Roveto e su buona parte dell’Appennino centrale. Questo percorso ad anello permette di raggiungerne la vetta lungo le creste che rappresentano la via di salita classica e di scendere seguendo la cresta nord ovest e le ampie faggete che ne ricoprono i fianchi componendo un’escursione estremamente varia e appagante. Occorre prestare attenzione al superamento del Gendarme che presenta un passaggio su roccia di I grado.
Scheda tecnica itinerario Monte Viglio
Quote da 1560 a 2156 m
Dislivello 850 m
Tempo 2.30 in salita; 2.15 ore in discesa
Difficoltà EE; I grado su roccia il Gendarme
Segnaletica bianco-rossa 651, 696a, 654
Periodo consigliato da giugno a ottobre
Cartografia Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini, Iter Edizioni
Con i bambini adatto ai ragazzi dagli 11 anni; evitare la salita al Gendarme
Accesso
Da Filettino (Frosinone) si segue l’accesso dell’itinerario 904 fino al Valico di Serra Sant’Antonio (1608 m), al confine tra Lazio e Abruzzo, dove si parcheggia.
Itinerario di salita per il Monte Viglio
Dal Valico di Serra Sant’Antonio si percorre la strada sterrata verso destra (segnavia bianco-rossi 651) che, con modesti saliscendi, conduce alla Fonte della Moscosa (1616 m, 0.15 ore) dove termina.
Si imbocca il sentiero a sinistra (segnavia 696a) che risale l’impluvio proprio sopra la fonte, in direzione sud est. Si attraversa un bel pianoro erboso oltre il quale si risale ripidamente tra alcuni alberi maestosi fino a raggiungere la cresta del Belvedere di Monte Piano (1770 m, 0.30 ore), dove si trovano una vistosa croce, una statua della Vergine e un altare. Cominciamo a godere degli splendidi panorami che accompagnano fino alla vetta con vedute sempre più ampie della Majella, dei monti del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e della sezione più orientale del Gran Sasso.
Dalla croce si piega a destra, tenendosi leggermente sotto la cresta, fin quasi a raggiungere il ciglio delle pareti che precipitano dalla vetta dei Cantari. Sempre procedendo lungo il sentiero 696a, si piega a destra e si risale in obliquo un ripido pendio erboso fino a raggiungere un costone roccioso che si segue verso sinistra.
Tenendosi a destra della cresta, si raggiunge un bivio (1964 m) dove si ignora il tracciato a destra che proviene da Fonte Moscosa e si prosegue dritti lungo il sentiero in salita, sempre molto evidente e indicato da segni bianco-rossi, che conduce all’erbosa vetta dei Cantari (2103 m, 1 ora).
Si continua lungo la cresta per raggiungere la sella alla base del tozzo sperone roccioso del Gendarme che si risale con un passaggio di I grado su roccia in un canalino (2113 m, 0.30 ore) fino in cima.
Dalla vetta del Gendarme si prosegue in ripida discesa fino a raggiungere una sella e, con un’ultima salita, si arriva alla cima del Monte Viglio (2156 m, 0.15 ore), caratterizzata da una grossa croce.
Per chi soffre di vertigini, la salita al Gendarme può essere evitata percorrendo il sentiero che lo aggira sulla destra passando sotto i contrafforti rocciosi che ne costituiscono il versante nord occidentale.
Itinerario di discesa
Per il ritorno si scende nell’ampia dolina, ben visibile dalla croce, dove è presente un antico cippo di confine tra lo Stato Pontificio e il Regno delle Due Sicilie. Si prosegue dalla parte opposta della dolina lungo la cresta in direzione sud ovest, si aggira a sinistra un cocuzzolo e si raggiunge un bivio a quota 2000 metri circa.
Qui si lascia la cresta sud ovest per seguire il sentiero a destra (sempre segnavia 696a) che taglia il pendio in direzione nord e raggiunge in breve una bella cresta. Si scende lungo il Crestone fino all’inizio del bosco (1775 m) dove, ignorando l’evidente sentiero che prosegue dritto, si piega a destra seguendo i segni bianco-rossi. Si continua in discesa con numerose svolte e tratti molto ripidi fino a un altro bivio dove si svolta a destra seguendo i segnavia 654 (1570 m, 1 ora).
Dopo una breve discesa si raggiunge una piccola radura oltre la quale si entra nel bosco. A un bivio (1560 m) si imbocca a destra il sentiero in salita (ancora segnavia 654). Si continua a mezza costa e, raggiunto un bivio (1650 m), s’ignora il sentiero a sinistra e si procede dritto. Al successivo bivio si tralascia il sentiero che sale a destra e si continua a mezza costa per raggiungere la Fonte della Moscosa. Da qui si torna all’auto seguendo a ritroso il percorso di andata (1.15 ore).
Foto: Salendo sul Monte Viglio, sullo sfondo il Monte Amaro e la Majella (foto di Agostino Anfossi).
La guida
L’itinerario completo di foto e mappa la trovi nella guida Lazio a piedi di G. Albrizio, A. Anfossi, F. Ardito, F. Belisario, R. Hallgass.
- Escursioni sul Lago di Como
- Escursionismo
- Alta Via delle Marche
- Escursioni in Abruzzo
- Escursioni sulle Dolomiti
- Escursioni nel Friuli Venezia Giulia
- Escursioni sul Gran Sasso
- Escursioni in Emilia Romagna
- Escursioni nel Lazio
- Escursioni in Liguria
- Escursioni in Lombardia
- Escursioni nelle Marche
- Escursioni in Sicilia
- Escursioni in Umbria
- Escursioni in Valle d’Aosta
- Itinerari della Grande Guerra
- Rifugi delle Dolomiti
- Scialpinismo in Appennino Centrale
- Ciaspolate in Abruzzo
- Le isole del cuore
- Viaggi
- Consigli
- Comunicati stampa
- News