I rifugi del Friuli Venezia Giulia con la nuova guida per escursionisti e alpinisti

Stefano Ardito, autore de I 50 rifugi più belli del Friuli Venezia Giulia, ci presenta così la nuova guida:
“Che paesaggi di montagna, intorno ai rifugi del Friuli! E che atmosfere! Pensate al Pellarini e al Corsi, ai piedi di gigantesche muraglie rocciose. Allo Zacchi, dove una muraglia ancora più impressionante e compatta è seminascosta dagli abeti di una delle più belle foreste d’Europa. Al Maniago, che ha per sfondo la severa piramide del Duranno. Al Lambertenghi, a pochi passi da uno dei più bei laghi delle Alpi.
Offrono atmosfere più tranquille, e non di rado bucoliche, le tante malghe-rifugio della Carnia, da quella di Pramosio affacciata su Timau e la sua valle, fino al Casòn di Lanza sul suo solitario valico. Chi visita il rifugio Nordio-Deffar, ai piedi dell’Oisternig, viene premiato con la piena immersione nel bosco. Al rifugio Premuda, il più basso dell’arco alpino, va in scena la natura mediterranea della Val Rosandra e del Carso. Tra il rifugio Pelizzo e il Matajur, come tra il rifugio Grego e il Montasio, sono i panorami a emozionare.
A Ferragosto luoghi di vacanza come Sella Nevea, Cimolais, Forni di Sopra e Valbruna, restano a misura d’uomo. Per chi cerca dei sentieri spettacolari e tranquilli, le Dolomiti Friulane, le Alpi Carniche, le Alpi Giulie e le altre montagne del Friuli sono delle destinazioni perfette. Gli escursionisti e gli alpinisti che vivono ai loro piedi le conoscono bene, agli altri consigliamo davvero di andarci. Questa guida è rivolta a entrambi i gruppi.
I suggerimenti su come usare questa guida possono essere usati per qualunque zona dell’Appennino o delle Alpi. Che appartengano a una sezione del CAI o a un privato, i rifugi attirano, rassicurano, accolgono. I gestori, che spesso sono anche guide alpine, sono le migliori fonti di informazioni su sentieri, vie di arrampicata o ferrate. Anche lo strudel e la polenta, dopo qualche ora di fatica su un sentiero, o dopo aver schivato un temporale, hanno un profumo migliore.
I panorami e i larici, le fioriture e i ghiaioni, le apparizioni del camoscio e del cervo e i rari segni della presenza dell’orso vi ricorderanno di essere in una terra straordinaria. I resti di postazioni e trincee della Grande Guerra, frequenti qui come sulle Dolomiti, riporteranno alla luce una tragedia lontana, ma che è bene non dimenticare, mai.
L’invito è di andare, di faticare, di imparare ad amare questi luoghi. Di riportare con voi dei ricordi preziosi, da custodire con cura.”
Buon Friuli, buon Carso, buone escursioni per tutti!
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