Esce la guida “I 50 sentieri più belli della Valle d’Aosta”

Da oggi disponibile su www.iteredizioni.it, e nei prossimi giorni anche in edicola, in libreria e in tutti gli store online I 50 sentieri più belli della Valle d’Aosta, la nuova guida di Stefano Ardito e Cesare Re.
Stambecchi e castelli, vette di 4000 metri e ghiacciai. Quando si pensa alla Valle d’Aosta, il “tetto” delle Alpi italiane, vengono in mente le colate e i crepacci del Monte Bianco e del Rosa, il profilo severo del Cervino, i fortilizi medievali di Fénis, di St-Pierre e di Verrès. Nel Parco nazionale del Gran Paradiso, nel Parco naturale del Mont Avic e altrove nella Vallée, oltre agli stambecchi, si vedono cervi, camosci, aquile e le onnipresenti marmotte. Gli ultimi, graditi ritorni sono quelli del gipeto e del lupo.
Gli escursionisti che scelgono la Valle d’Aosta come meta, però, scoprono molte altre attrattive. I fiori che colorano i prati tra giugno e luglio, e le stelle alpine che compaiono tra le rocce più in alto. Gli alpeggi ancora utilizzati per il bestiame, e le mura diroccate di quelli in rovina. I panorami che si aprono dalle vette minori, dai valichi, dagli altopiani come la Conca di By o il Combal.
Anche chi ama la storia è servito
Mentre la Via Francigena, nel suo viaggio da Canterbury a Roma, tocca decine di castelli e di borghi, a quote più alte si incontrano ospizi, santuari, strade antiche intagliate nella roccia. Nelle valli del Gran Paradiso compaiono le mulattiere e le “strade di caccia” di Vittorio Emanuele II. Il Gran e il Piccolo San Bernardo sono delle piccole enciclopedie di storia alpina.
I rifugi
Poi ci sono i rifugi, e ci si potrebbe scrivere un libro. Le vecchie e rudi capanne d’alta quota, che offrivano poche ore di sonno agli alpinisti diretti alle cime, hanno lasciato il posto a realtà ben diverse. Nei rifugi valdostani, provare per credere, si cena davanti a straordinari panorami, ci si riposa bene, si assaggiano piatti della gastronomia regionale. Una scoperta che prosegue più in basso, tra vini bianchi e rossi, mocetta, fontina e altre specialità.
Le frontiere verso Francia e Svizzera, fino a mezzo secolo fa, erano sbarrate dalla neve per sei mesi all’anno. Poi autostrade e trafori hanno cambiato le cose, e la Valle d’Aosta, nel bene e nel male, è diventata una terra di transito. Oggi Cogne, Courmayeur, Ayas e le altre località valdostane si raggiungono comodamente da tutta Europa.
Agli escursionisti che leggono questa guida consigliamo di salire a un valico di frontiera (il Col Ferret, il Col de la Seigne, anche quelli con il Piemonte vanno bene), e di scendere per qualche metro al di là. Scavalcare a piedi le Alpi è un’emozione grande, che riporta all’Europa del passato.
Buoni sentieri per tutti!
Stefano Ardito e Cesare Re
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