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Alpi Giulie: un regno di bellezza da scoprire

Alpi Giulie: un regno di bellezza da scoprire
9 Maggio 2016

Il fascino delle Alpi Giulie da scoprire con la guida I 50 rifugi più belli del Friuli Venezia Giulia di Stefano Ardito.

“Lo Jôf Fuart è la cima più alta e centrale di uno dei massicci più belli e imponenti delle Alpi Giulie, superba immagine di grandezza e forza contenuta. È un trono sfavillante nel regno della luce e della gioia. Lo Jôf di Montasio è il più grande e possente. Gli piace e gli riesce di distinguersi dalle montagne vicine e di mostrarsi sempre dal fondovalle alla cima. La sua cresta gigante domina sempre nell’alto”.

Con queste parole Julius Kugy, esploratore e innamorato delle Giulie, descrive nel 1925 l’imponenza delle due grandi montagne che dominano i boschi della Val Saisera e della Valbruna, e che sorvegliano da sud, a distanza, la strada che sale verso Tarvisio e i due confini. Tra il 1901 e il 1902 proprio Kugy, insieme all’amico Guido Bolaffio e alle guide JoΩe Komac e Anton Oitzinger, aveva raggiunto le due grandi cime per delle impegnative vie nuove, tracciate nei selvaggi valloni rocciosi del versante di Tarvisio.

Mangart, la vetta (1)

 

Non occorre essere alpinisti, però, per apprezzare il fascino delle Alpi Giulie, le montagne più aspre e selvagge del Friuli Venezia Giulia, che culminano in territorio italiano nei 2753 metri dello Jôf di Montasio e al di là del confine nei 2863 metri del Triglav (Tricorno), la montagna-simbolo della Slovenia.

Comode passeggiate permettono di addentrarsi nella Foresta di Tarvisio con partenza dai Laghi di Fusine, di percorrere i verdi pascoli del Montasio, di scoprire i segni del carsismo ai piedi delle vette del Canin. Lungo questi tracciati, accolgono gli escursionisti comodi rifugi come il Zacchi ai piedi delle Ponze, il Grego poco a sud della Sella di Sompdogna, il Di Brazzà ai piedi della Cima di Terrarossa e del Montasio.

Ago di Villaco (3)

Le Alpi Giulie, però, sono montagne aspre e selvagge, e gli altri rifugi della catena s’intonano bene alle caratteristiche della zona. Già per salire al Pellarini, a “soli” 1499 metri di quota, il sentiero affronta un tratto decisamente ripido e scomodo.

L’itinerario che conduce al rifugio Corsi, ai piedi del massiccio dello Jôf Fuart, è una lunga, anche se bellissima scarpinata. Altrove si incontrano soprattutto casere ristrutturate e bivacchi, piccoli e semplici punti di appoggio ben inseriti nel paesaggio aspro delle Alpi Giulie.

Offrono atmosfere diverse i punti di appoggio situati accanto al Santuario di Santa Maria di Lussari, che accoglie da seicento anni i fedeli friulani, carinziani e sloveni, e vigila sul lavoro dell’uomo e sulla natura selvaggia di queste montagne. Tra questi il più noto è la KoΩa na Mangrtu, il rifugio alla base della via normale del Mangart, che la strada di accesso e la posizione alla base della vetta più frequentata delle Giulie fanno prendere d’assalto, nelle belle giornate d’estate, da migliaia di escursionisti e alpinisti.

Per scoprire i tanti bellissimi itinerari che percorrono le Alpi Giulie, ‘I 50 rifugi più belli del Friuli Venezia Giulia’ rimane una guida sicura.