Alla scoperta dei Sibillini con la guida di Stefano Ardito

Da oggi è finalmente disponibile la guida con un ricco ventaglio di proposte per escursioni sui Sentieri nel Parco dei Monti Sibillini. Così ce la racconta l’autore Stefano Ardito.
“I segreti, le leggende, i misteri. Le tradizioni dell’uomo, da sempre presenti anche alle quote più elevate. Una natura spettacolare e selvaggia, che propone al visitatore solenni altopiani e forre profondamente incise dalle acque, pareti di roccia di aspetto dolomitico e suggestive faggete, creste modellate dall’erosione e perennemente battute dal vento. Una fauna selvatica ancora notevole nonostante secoli di pastorizia intensiva e di caccia, e che ha visto nel 2008 il ritorno del camoscio, uno dei simboli della natura dell’Appennino. Una flora spontanea di straordinario interesse, che i botanici studiano con attenzione da secoli.
A cavallo tra l’Umbria e le Marche, a portata di mano da città d’arte come Spoleto, Ascoli Piceno e Perugia, i Monti Sibillini sono uno dei massicci più interessanti della catena che attraversa la Penisola dalla Liguria alla Calabria. Ben lo sanno gli alpinisti, che trovano sul Pizzo del Diavolo, sul Monte Bove e sulla Piramide del Vettore una scelta di arrampicate estive seconda solo a quella offerta dal Gran Sasso, e che possono spaziare d’inverno sulle creste e i canaloni di neve e ghiaccio dell’intera catena.
A chi cerca la tranquilla avventura sui sentieri, i Sibillini offrono gli itinerari verso le aspre valli dell’Infernaccio, del Fiastrone e dell’Ambro, e quelli che ricalcano antichi percorsi come la Strada Imperiale e la Via dei Mietitori. Al confine meridionale del massiccio, gli altopiani di Castelluccio e i dolci pendii che li circondano offrono un terreno di gioco ideale per i fondisti e per gli appassionati del volo libero.
Affacciati a oriente sulle dolci colline delle Marche, protesi a occidente verso la Valnerina e i severi altopiani dell’Umbria, i Sibillini hanno svolto un ruolo importante nella storia dell’uomo in entrambe le regioni. Oltre ai centri di aspetto medievale, alle abbazie isolate e agli eremi abbarbicati sulla montagna, testimoniano di questo le superstizioni e le leggende così comuni sul massiccio.
A pochi metri dall’omonima vetta, la modesta Grotta della Sibilla ospitava secondo un’antica tradizione la maga. Ai piedi del Pizzo del Diavolo, il Lago di Pilato è stato frequentato per secoli da negromanti e stregoni.
Queste presenze inquietanti non hanno tenuto lontana la speculazione da parte dell’uomo. Negli anni Cinquanta e Sessanta strade deturpanti e inutili sono state tracciate sul massiccio, mentre ben cinque stazioni sciistiche sono sorte sui versanti dei Sibillini. La battaglia per impedire la loro ulteriore estensione, combattuta nel corso degli anni Ottanta da ambientalisti e alpinisti, è stata la necessaria premessa della nascita del Parco.Poi il vento è cambiato, e dal 1995 il Parco Nazionale dei Sibillini tutela 71.437 ettari di diciotto Comuni umbri e marchigiani. A spingere verso la nascita del Parco, va detto, è stato anche l’impegno degli innamorati e dei frequentatori dell’Appennino. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: anche grazie al Parco e alle sue iniziative, nei borghi ai piedi del massiccio sono nate nuove strutture ricettive, si sono moltiplicate le guide escursionistiche, hanno avuto nuovo slancio i prodotti tipici. Il Grande Anello dei Sibillini, lungo 120 chilometri e diviso in nove tappe, compie il periplo completo di queste montagne.
Agli escursionisti che cercano camminate di poche ore o di un giorno, questa guida propone un’ampia scelta di percorsi. I brevi e comodi sentieri-natura, gli itinerari più lunghi che conducono a vette minori e valichi, le faticose salite alle cime del Bove, del Bicco, della Priora e del Vettore permettono a tutti gli appassionati di trovare il sentiero adatto al loro allenamento e alle condizioni della montagna e del tempo.
A tutti, dovunque scelgano di andare, oltre all’invito alla prudenza (anche se la quota rispetto alle Alpi è modesta, queste sono montagne ripide e serie), chiediamo di rispettare la natura, le opere dell’uomo, le indicazioni del Parco.
I panorami verso l’Appennino e il mare, le fioriture, i colori dei boschi, le apparizioni del camoscio, dell’aquila e – con un pizzico di fortuna – del lupo sono emozioni straordinarie, in grado di ricompensare della fatica.
Buone camminate a tutti.”
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