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Tag: Sentieri nel Parco Sirente-Velino

Dai Piani di Pezza al Pizzo Cafornia e al Monte Velino

L’itinerario più adatto nelle calde giornate estive per raggiungere la vetta del Monte Velino tratto dalla guida Sentieri nel Parco Sirente-Velino di Stefano Ardito.

Nelle calde giornate estive l’itinerario per il Monte Velino che inizia dal Piano di Pezza è più piacevole di quelli che raggiungono la vetta da sud. I panorami dalle creste lo rendono ancora più affascinante. Lo sviluppo e i faticosi saliscendi, e in particolare la risalita dal Colle del Bicchero al Colle dell’Orso, lo rendono però impegnativo e per escursionisti allenati.

Scheda tecnica itinerario

Dislivello 1040 m
Tempo di salita 4.15 ore
Tempo di discesa 3.15 ore
Difficoltà E
Segnaletica bianco-rossa 1, 1C e 1G
Periodo consigliato da maggio a ottobre

Accesso

Da Rocca di Mezzo o da Rovere si seguono le strade che salgono al Vado di Pezza, dove ci si affaccia sul Piano di Pezza, e dove sorge un rifugio ristorante. Si procede in auto sulla strada sterrata che scende da sinistra al pianoro, lo traversa con qualche tratto scomodo e raggiunge i prati di Capo Pezza (1535 m, 5,5 km dal Vado), dove sono un divieto di transito e un cartello che indica il rifugio.

Itinerario

Lasciata l’auto prima del divieto, si continua a piedi sulla sterrata, poi si piega a destra per una mulattiera (segnavia 1 e 1A). Questa entra nella faggeta della Valle Cerchiata e prosegue con piacevole percorso a mezza costa. Più in alto si percorre sul fondo un valloncello, e si sale a un terrazzo erboso e a un bivio (1793 m, 0.45 ore) ai piedi delle rocce del Colle delle Trincere.

Si raggiunge la cresta di Colle dell’Orso e al bivio (2210 m, 1.45 ore) dove si lascia a sinistra il sentiero per la Punta Trento. Si scende verso destra per pascoli e valloncelli fino al Colle del Bicchero (2075 m, 0.30 ore), che mette in comunicazione la Valle di Teve con la Valle Majelama e la Valle del Bicchero.

Il tracciato riprende a salire superando un gradino ripido, passa a poca distanza dal Monte il Bicchero, poi continua a saliscendi per dossi erbosi fino a un nuovo bivio dove arriva da destra il sentiero della Valle dei Briganti. Una salita più faticosa porta alla cresta rocciosa che conduce al Monte Cafornia (2405 m, 1 ora). Da qui si piega a sinistra, traversando un valico sassoso, fino al panoramico Pizzo Cafornia (2424 m, 0.15 ore a/r), la seconda vetta del massiccio, dove spicca una croce.

La traccia principale prosegue in discesa e poi in piano accanto alla cresta che separa la conca sommitale del Canalino dalla Valle dei Briganti. Poi si tocca la Punta Avezzano (2378 m) e si raggiunge quasi in piano un bivio ai piedi della ripida cresta Nord est del Velino.
La si affronta per un sassoso sentiero indicato da segnavia giallo-rossi fino alla vetta del Monte Velino (2486 m, 0.45 ore). Qui si trova la statua della Madonna e la grande croce di ferro affacciata verso il Fucino.

Al ritorno occorrono 1.30 ore fino al Colle del Bicchero, 0.30 ore per risalire al Colle dell’Orso e 1.15 ore per la discesa finale a Capo di Pezza.

Foto: Escursionista sul Colle dell’Orso, sullo sfondo il Monte Velino. Angelo Monti

La guida

I migliori itinerari sui Monti della Duchessa completi di descrizione, mappa e foto, scelti e descritti da Stefano Ardito, li trovi qui:

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Escursione da Campo Felice al Monte Puzzillo

Il cocuzzolo di erba e rocce del Monte Puzzillo domina la piana di Campo Felice, la Valle Leona e la prima parte dell’itinerario che sale al rifugio Sebastiani. Ecco l’escursione descritta nella guida Sentieri nel Parco Sirente-Velino di Stefano Ardito.

Il Monte Puzzillo, anche se viene raramente raggiunto dagli escursionisti, rappresenta invece una meta interessante, che offre ambienti solitari e magnifici panorami, e che può essere raggiunta per un itinerario abbastanza breve ma a carattere avventuroso. Gran parte dell’escursione si svolge su sentieri non segnati o fuori sentiero. Non esistono veri problemi di orientamento.

Scheda tecnica itinerario

dislivello 640 m
tempo di salita 1.45 ore
tempo di discesa 1.15 ore
difficoltà E
segnaletica bianco-rossa 1C, ometti, un lungo tratto non segnato
periodo consigliato da maggio a novembre
cartografia di riferimento mappa Monte Velino scala 1:25.000, Iter Edizioni

Accesso

L’altopiano di Campo Felice si raggiunge da Lucoli, da Casamaina, dal casello di Tornimparte della A24, o da Rocca di Mezzo e Rocca di Cambio per il tunnel di Serralunga, che collega l’Altopiano delle Rocche alla base degli impianti di risalita. Dalla rotatoria all’ingresso della piana per chi arriva dalla A24 o da L’Aquila si devia a ovest (cartello) verso l’hotel-ristorante Alantino. Dopo altri 500 metri, prima dell’albergo e della partenza delle piste da fondo, accanto a un cartello per il rifugio Sebastiani, si devia a sinistra per una carrareccia, a tratti sconnessa, che supera a mezza costa un gradino e prosegue a saliscendi sul pianoro fino alla vecchia miniera di bauxite della Valle Leona, dove si parcheggia (1642 m, 3,5 km dall’asfalto, 1 ora se a piedi) dopo una baracca metallica in rovina.

monte puzzillo

Itinerario

A piedi si continua sulla strada sterrata, indicata da segnavia bianco- rossi 1C, ci si tiene a destra a un bivio e si entra nella faggeta superando due sbarre successive. La carrareccia sale nel bosco, traversa un valloncello, supera un tratto ripido e si affaccia sulla vastissima conca carsica della Valle del Puzzillo, in fondo ai quali appare la parete della Vetta occidentale del Costone. Da destra (nord) dominano la zona il Monte Puzzillo e altre vette. Si scende a un pianoro, lo si attraversa, si lascia in alto a sinistra un rifugio utilizzato in estate dai pastori, e si sale a un bivio con cartelli (1840 m, 0.45 ore) accanto a una cisterna e a un fontanile asciutti. Si prosegue brevemente sulla strada sterrata, poi si lascia a sinistra il frequentato sentiero per il rifugio Sebastiani (vi passa l’itinerario successivo) e si sale in un ampio vallone erboso in direzione del Passo del Morretano, che si apre a sinistra del Monte Puzzillo. I vecchi segnavia sono spariti ma il percorso è comodo ed evidente.

Dal passo (1983 m, 0.30 ore) ci si affaccia sulla Valle del Morretano, che scende verso il Bosco del Cerasolo. Si piega a destra e si inizia a salire verso il Monte Puzzillo per ripide tracce di sentiero indicate da ometti di pietre. Man mano che si procede il panorama si allarga verso il Costone, il Muro Lungo e il Morrone. Superato il tratto più ripido si raggiunge la cresta che unisce il Monte Cornacchia al Monte Puzzillo nei pressi di alcuni massi. Verso destra, sul crinale, si prosegue fino alla vetta (2174 m, 0.30 ore), indicata da un ometto di pietre. Si riparte per la cresta Est, opposta a quella di salita, toccando un’anticima (2132 m) affacciata sul Piano del Puzzillo. Si continua seguendo gli ometti, affacciandosi sulle rocce e i canaloni che precipitano verso est. Dove il terreno diventa più ripido conviene affacciarsi a sinistra su una conca di grossi massi, e poi procedere in cresta fin dove questa diventa pianeggiante (1900 m, 0.30 ore).

Raggiunto il margine della faggeta si piega a sinistra, scendendo nel bosco fino a una radura (1846 m) ben visibile dall’alto. La si attraversa e si continua per un ripido valloncello nel bosco. Nel solco, o per il crinale alla sua destra, si raggiunge una seconda radura (1754 m). Dalla sua estremità destra, nei pressi di un grande faggio, si imboccano delle vecchie tracce che salgono a una terza radura (1775 m), traversata la quale ci si affaccia sui boschi della Valle Leona. Da qui in poi l’orientamento è meno evidente. Si scende per un vecchio sentiero (servono come riferimento i segni blu che delimitano gli appezzamenti forestali), dove questo si perde si continua direttamente fin dove la pendenza diminuisce. Si prosegue per tracce di sentiero in un vago valloncello. Traversato un prato si torna al punto di partenza (0.45 ore).

La guida con i migliori itinerari ai massicci del Sirente e del Velino, scelti e descritti da Stefano Ardito:
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Dallo Chalet Sirente al Monte Sirente per la Valle Lupara

La suggestiva escursione che raggiunge e risale la Valle Lupara è la via normale del Sirente da nord, e percorre il meno ripido e diretto dei due grandi canaloni che salgono in direzione della vetta. La descrive Stefano Ardito nella guida Sentieri nel Parco Sirente-Velino.

Si tratta di un percorso suggestivo, in ambiente selvaggio, mai monotono e abbastanza faticoso. La conca erbosa al margine del bosco, circa a metà del percorso, offre uno straordinario colpo d’occhio sulle torri del settore orientale della parete. Escursionisti dal piede sicuro possono combinare il percorso in salita della Valle Lupara con la discesa per il vicino e più ripido Canalone Majori, il cui fondo è per lunghi tratti formato da mobili ghiaie.

Accesso

Da Rocca di Mezzo o Secinaro si segue la strada che collega i due centri fino allo Chalet Sirente (1156 m, 13 km da Rocca di Mezzo e 7 da Secinaro), sulla destra della strada per chi arriva dall’Altopiano delle Rocche. Di fronte al posteggio una stradina scende al fontanile e all’area da picnic della Fonte all’Acqua.

Dislivello 1170 m
Tempo salita 3.15 ore, discesa 2.15 ore
Difficoltà E
Segnaletica bianco-rossa 15
Periodo consigliato da giugno a ottobre

Itinerario

A destra dello Chalet, si imbocca a piedi una sterrata indicata da cartelli dell’Ippovia del Parco e dai segnavia bianco-rossi 15 e 18. Dopo poche centinaia di metri (1228 m) la sterrata si biforca. Qui si lasciano a destra l’Ippovia e l’itinerario per il Canalone Majori, che seguono il tracciato più evidente, e si prosegue lungo la sinuosa Valle del Condotto. A un secondo bivio si lascia a sinistra la mulattiera di fondovalle (segnavia 18), si sale a svolte e si raggiunge un ripiano (1330 m, 0.30 ore) dove si incrocia la strada sterrata prima abbandonata. Se la si ritrova sul fondovalle significa che si è sbagliato via, e occorre tornare indietro sulla sterrata alta.

Si continua (segnavia 15) con percorso parallelo alla strada, e poi in salita via via più ripida per un ampio vallone boscoso. Dove la pendenza diminuisce si ritrova un sentiero a tornanti, che porta verso sinistra a una prima radura e poi al margine di una bellissima conca erbosa (1750 m, 1.15 ore) ai piedi delle torri rocciose e dei canaloni della parte più orientale della parete. Domina la zona la parete trapezoidale dell’Altare della Neviera, più a sinistra sono il Peschio Pedone, il Peschio Gaetano e il Monte di Canale. A nord, oltre la valle dell’Aterno, si alza la catena del Gran Sasso.

Si rientra brevemente nel bosco, poi si inizia a salire obliquamente, su terreno ripido, alla base di alte pareti rocciose, fino ad affacciarsi su un ampio vallone erboso dominato dalle rocce della cresta sommitale del Sirente. Si sale direttamente, si obliqua ancora a destra e si scavalca un crinale (2050 m) affacciandosi sulla Valle Lupara, chiusa al di là dalla cresta rocciosa oltre la quale è il Canalone Majori. Una panoramica traversata porta alle ghiaie della Valle Lupara, che si risalgono toccando un caratteristico spuntone di roccia compatta. Un ultimo tratto ripido porta a una larga sella (2225 m, 1 ora) sulla cresta sommitale del Sirente.

Si piega a destra e si continua per la larghissima cresta che offre un bel panorama sul Fucino, sulla Serra di Celano e sul Velino. Si supera un tratto abbastanza ripido, si aggira l’impressionante testata del Canalone Majori, poi si prosegue per prati, ghiaie e lastroni di roccia fino alla vetta del Sirente (2348 m, 0.30 ore), con la sua croce affacciata su un salto verticale. In discesa occorrono 2.15 ore.

La guida

I migliori itinerari completi di descrizione, mappa e foto, scelti e descritti da Stefano Ardito, li trovi qui:
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Da Cartore al Lago della Duchessa

L’itinerario più classico dei monti della Duchessa raggiunge uno dei pochissimi laghi di montagna dell’Appennino centrale. Ecco l’itinerario tratto dalla guida Sentieri nel Parco Sirente-Velino di Stefano Ardito.

Il Lago della Duchessa, incorniciato da una bella cerchia di vette in cui spiccano il Murolungo e il Morrone, è circondato da pendii ghiaiosi e da pascoli utilizzati dalla primavera all’autunno dal bestiame. Oggi è una delle grandi mete di natura delle montagne del Lazio, ed è il cuore della Riserva Naturale che tutela queste montagne.
Il sentiero che lo raggiunge da Cartore è ripido e faticoso, e adatto a escursionisti allenati.

lago della duchessa

Dislivello 850 m
Tempo di salita 2.15 ore
Tempo di discesa 1.30 ore
Difficoltà E
Segnaletica bianco-rossa 2B
Periodo consigliato da maggio a ottobre

Accesso

Dal casello di Valle del Salto della A24 si segue per circa 1 km la strada per Magliano de’ Marsi e Avezzano. Quando questa diventa parallela all’autostrada, si devia a sinistra per una strada, indicata da cartelli della Riserva Naturale Regionale Montagne della Duchessa, che passa sotto alla A24 e continua verso i boschi della montagna. La strada entra nel bosco, passa accanto a due case (Casali Panei secondo un cartello, Casali di Collepizzuto sulle carte), si alza con due tornanti e prosegue a mezza costa, sul Vallone della Ruara, fino alle case di Cartore (944 m, 4 km dal bivio), in parte restaurate. Poco oltre è una torre medievale. Si può raggiungere l’inizio della strada per Cartore anche da Borgorose o da Magliano de’ Marsi.

Itinerario

Da un tabellone della Riserva si seguono i segnavia 2B, che si alzano per una carrareccia, e poi deviano a destra per un sentiero, entrando nella profonda e suggestiva Val Fua, che si risale tra fitto bosco e grandi massi. Dove il vallone diventa più ripido, il sentiero si alza a tornanti e poi si sposta sulla sinistra, superando dei passaggi in cui il tracciato è stato scavato nella roccia. Una bella cengia artificiale attrezzata con una catena porta all’inizio (1450 m circa, 1.15 ore) della faggeta della Valle del Cieco.
La si risale, sul sentiero che all’inizio è molto ripido e poi diventa più dolce. Usciti dal bosco, si arriva ai rifugi delle Caparnie (1718 m, 0.45 ore) raggiunti dalla strada sterrata che passa per la Val Cesa. Alcune di queste costruzioni vengono utilizzate in estate dai pastori, una è stata ristrutturata dal CAI di Avezzano e dedicata all’alpinista Gigi Panei.

Si prosegue per i pascoli delle Caparnie, si scavalca un’ampia sella erbosa (1802 m) e si scende al Lago della Duchessa (1788 m, 0.15 ore), dominato a nord dai pendii sassosi ed erbosi del Monte Morrone e a sud dalle pareti di roccia del Muro Lungo. Il panorama e l’atmosfera serena delle rive del Lago consigliano una lunga sosta.
La discesa richiede 1.30 ore fino a Cartore.

La guida

I migliori itinerari sui Monti della Duchessa completi di descrizione, mappa e foto, scelti e descritti da Stefano Ardito, li trovi qui:

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Da Campo Felice al Rifugio Sebastiani e al Costone

Dalla guida Sentieri nel Parco Sirente-Velino di Stefano Ardito vi proponiamo l’escursione che da Campo Felice sale al rifugio Sebastiani e al Costone, tra i più noti itinerari dell’Appennino.

Il piccolo ma accogliente rifugio Vincenzo Sebastiani, costruito nel 1922 e più volte ristrutturato e ampliato, sorge poco a monte del Colletto di Pezza, e si raggiunge da Campo Felice o dai Piani di Pezza. È gestito da Eleonora Saggioro e dalla Cooperativa Equorifugio. In estate vi si svolgono incontri e manifestazioni culturali.

Scheda tecnica itinerario

dislivello 650 m
tempo di salita 2 ore
tempo di discesa 1.30 ore
difficoltà E
segnaletica bianco-rossa 1C, 1Cbis e senza numero
periodo consigliato da maggio a novembre

Accesso

L’altopiano di Campo Felice si raggiunge da Lucoli, da Casamaina, dal casello di Tornimparte della A24, o da Rocca di Mezzo e Rocca di Cambio per il tunnel di Serralunga, che collega l’Altopiano delle Rocche alla base degli impianti di risalita.
Dalla rotatoria all’ingresso della piana per chi arriva dalla A24 o da L’Aquila si devia a ovest (cartello) verso l’hotel-ristorante Alantino.
Dopo altri 500 metri, prima dell’albergo e della partenza delle piste da fondo, accanto a un cartello per il rifugio Sebastiani, si devia a sinistra per una carrareccia, a tratti sconnessa. Questa supera a mezza costa un gradino e prosegue a saliscendi sul pianoro fino alla vecchia miniera di bauxite della Valle Leona, dove si parcheggia (1642 m, 3,5 km dall’asfalto, 1 ora se a piedi).

Itinerario

A piedi si continua sulla strada sterrata, indicata da segnavia bianco- rossi 1C, ci si tiene a destra a un bivio e si entra nella faggeta superando due sbarre successive.

La carrareccia sale nel bosco, traversa un valloncello, supera un tratto ripido e si affaccia sulla vastissima conca carsica della Valle del Puzzillo, in fondo ai quali appare la parete della vetta occidentale del Costone. Da destra (nord) dominano la zona il Monte Puzzillo e altre vette.

Si scende a un pianoro, lo si attraversa, si lascia in alto a sinistra un rifugio utilizzato in estate dai pastori, e si sale a un bivio con cartelli (1840 m, 0.45 ore) accanto a una cisterna e a un fontanile asciutti.

Lasciata a destra una carrareccia (che porta comunque al rifugio) si va a sinistra per un sentiero (segnavia 1Cbis) che sale per una serie di valloncelli, incontra un largo crinale erboso e scende per qualche metro in una conca. La parete del Costone fa da sfondo a questa parte del percorso.

Si riprende a salire obliquamente ai piedi della cresta della Cimata di Pezza. Il percorso segnato risbuca sulla carrareccia, la segue per poche decine di metri, poi continua verso sinistra fino al rifugio Sebastiani (2102 m, 0.45 ore).

escursioni campo felice

Completa nel modo migliore la gita la breve e facile salita al Costone orientale, ottimo e frequentato belvedere sul Velino. Il sentiero (segnavia bianco-rossi senza numero) inizia dal rifugio, sale obliquamente per prati, e prosegue per ghiaie fino alla vetta (2271 m, 0.30 ore), indicata da una grande croce.

Il crinale a sinistra del percorso segnato rappresenta un itinerario più comodo. La cima offre un magnifico panorama sulla profonda Valle di Teve, il Muro Lungo e il Velino.

La discesa richiede 0.15 ore fino al rifugio Sebastiani e 1.15 ore da questo al punto di partenza.

La guida
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Mega Resort ai Piani di Pezza: l’intervento di Claudio Arbore

Claudio Arbore, alpinista, geografo ed esperto di cooperazione internazionale interviene sulla questione inerente i progetti edilizi che investono i Piani di Pezza: 10 hotel, 168 appartamenti, 150 chilometri di piste, 70 tra caffè e ristoranti. Lo avremo ospite stasera 7 ottobre da RRTrek, in occasione della presentazione della guida “Sentieri nel Parco Sirente-Velino” ma, prima di ascoltarlo, abbiamo deciso di “ospitare” qui il suo intervento.

Ecco cosa scrive per noi:

Questa nuova guida ai Sentieri nel Parco Sirente-Velino di Stefano Ardito arriva alle stampe in uno dei momenti più difficili per la conservazione di queste grandi montagne abruzzesi. Nuove e al tempo stesso antiche minacce sembrano tornare ad abbattersi sui boschi e sugli altipiani di uno dei parchi più belli dell’Italia peninsulare. Minacce che sanno di antico perché ripropongono modelli di sviluppo anacronistici che credevamo di esserci lasciati ormai alle spalle trent’anni fa. Progetti che prevedono cittadelle della neve con mega resort, nuovi impianti e piste da sci, collegamenti tra stazioni invernali, villette a schiera. Ritorna insomma dopo 30 anni la cosiddetta “valorizzazione turistica”, dove l’unico valore contemplato è quello del conto economico, attraverso la perpetuazione di un modello redistributivo che privatizza gli utili e rende pubbliche le perdite, con costi sociali ed ambientali notevolissimi.

Dopo anni di discussioni viene infatti finanziato nella scorsa primavera con 12,8 milioni di euro attraverso il Masterplan per l’Abruzzo del governo Renzi, l’ampliamento dei bacini sciistici dei comprensori di Ovindoli e Campo Felice e viene definito “strategico” per lo sviluppo del turismo, in altra delibera della Regione, il collegamento impiantistico tra le due stazioni. Viene altresì finanziato con 1 milione di euro uno stadio del fondo ai Piani di Pezza, con relativi spalti, lago e impianto di innevamento artificiale. Segue dopo qualche mese l’approvazione del comune di Rocca di Mezzo alla lottizzazione per nuove unità residenziali di 22.000 metri quadrati e 10.000 metri cubi di edificato in pieno parco. Con un tempismo e una convergenza d’intenti sorprendenti, sempre nella scorsa primavera, l’assessore ai parchi della Regione Abruzzo apre ad una ridefinizione dei perimetri dell’area protetta “per farlo diventare un vero parco” afferma. Nelle stesse settimane dalle attività di ricerca e denuncia di “Allerta Pezza”, un gruppo di sensibilizzazione nato online sulla scorta di tutte queste vicende, salta fuori un mega progetto “di valorizzazione” per la realizzazione di una cittadella della neve ai Piani di Pezza, con resort, hotel, appartamenti e ristoranti che una società d’investimenti con sede a Ginevra, ma operante con fondi russi, lancia sul mercato degli investitori.

Sulle prime è un rincorrersi di smentite, puntando sull’inverosimilità del progetto, si parla di un fake, di Disneyland… poi arrivano le prime ammissioni: gli investitori russi avevano preso contatto con i sindaci e gli amministratori locali. Si erano recati più volte negli ultimi mesi sui luoghi interessati. Avevano realizzato un business plan dettagliatissimo con valutazioni d’impatto economico e sociale. Ma gli amministratori abruzzesi che precipitevoli(ssimevolmente) indicono una conferenza stampa per chiarire, chiudono con un sostanziale “state tranquilli, era solo uno scherzo…”.

Ma chi ha a cuore queste montagne non può restare tranquillo, perché scherzando, lo sappiamo, Pulcinella diceva la verità.

Claudio Arbore