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Un’escursione al profumo di mare: l’anello del Conero

16
Giu
Nella guida I 50 sentieri più belli delle Marche Stefano Ardito descrive anche itinerari che profumano di mare. Oggi vi proponiamo uno dei più affascinanti e adatti a chiunque abbia voglia di mettersi in cammino in questo fantastico angolo delle Marche.
È stato il corbezzolo, che i Greci chiamavano Komaròs, a dare il nome allo spettacolare promontorio roccioso del Conero, che interrompe la piatta linea del litorale delle Marche una dozzina di chilometri a sud di Ancona.
Alta e imponente, visibile nelle giornate di tramontana anche dai Sibillini, questa autentica “montagna sul mare” si affaccia sull’Adriatico con le sue pareti e i suoi scivoli rocciosi, e con i suoi ripidi pendii ricoperti da una fitta macchia mediterranea. Alle bianche falesie calcaree del promontorio si affiancano gli aguzzi scogli delle Due Sorelle, della Vela e del Trave. Sul versante opposto, in gran parte ricoperto da un fitto bosco, il promontorio digrada in maniera più dolce verso le colline di Camerano.
Cuore e simbolo del litorale marchigiano, a portata di mano da Ancona e da molti altri centri, il Conero è celebre tra gli appassionati del mare grazie alle spiagge di Portonovo, Numana e Sirolo. Agli appassionati di natura, che lo visitano soprattutto al di fuori dei mesi roventi dell’estate, il “monte di Ancona” offre molte altre cose. Chi pratica il birdwatching può avvistare il falco pellegrino, i passeriformi del bosco, la gallinella d’acqua, il martin pescatore o il pendolino che nidificano tra i canneti di Portonovo.
Chi preferisce camminare può esplorare i viottoli che si snodano nella macchia mediterranea e del bosco, incontrare i resti degli eremi e dei misteriosi cunicoli scavati nella roccia, affacciarsi all’improvviso sul mare dagli aerei belvedere della cresta. Raccontano la storia del promontorio le tracce “povere” lasciate dai contadini, dai boscaioli, dai cavatori e dagli eremiti, e le chiese romaniche di Santa Maria di Portonovo e San Pietro.
Aggredito per decenni dagli incendi, dall’edilizia selvaggia, dalle doppiette e dalle strade, il Conero è tutelato dal 1987 dal più noto e spettacolare Parco regionale delle Marche, esteso su 6018 ettari. Questo percorso, che inizia e si conclude nel borgo del Poggio, tocca molti degli ambienti e dei luoghi più caratteristici del promontorio, e permette di evitare i problemi legati all’utilizzo dei mezzi pubblici. La vetta, occupata da impianti militari, non è accessibile agli escursionisti.
Itinerario
Dalla piazzetta (258 metri, N4823634-E385043) dell’abitato di Case Sant’Antonio, a Poggio di Ancona, si prende il viottolo, indicato da un tabellone del Parco, che inizia a sinistra dell’Osteria del Poggio. Si segue a piedi la carrareccia che passa accanto a delle case, si affaccia sulla costa del Trave, e poi entra in un bosco di pino d’Aleppo. Una serie di svolte, poi un tratto quasi rettilineo portano a una breve discesa. Si continua in piano, in vista dei boschi del versante Sud ovest del Conero a poca distanza dalla staccionata in legno oltre la quale ci si affaccia su un’alta parete rocciosa e Portonovo. Poco oltre si raggiunge il quadrivio del Pian Grande (415 metri, N4823561-E386780, 0.30 ore).
Si va a sinistra, ci si riaffaccia su Portonovo, si lascia a sinistra il poco visibile sentiero che attraversa il versante a mare del promontorio (accessibile solo con l’autorizzazione del Parco), e si riprende a salire in un bosco di pino, roverella e altre essenze. Si sbuca su un tracciato meno ripido, lo si segue a sinistra e si raggiunge un viottolo pianeggiante. Verso sinistra, lungo questo, si arriva all’imbocco di un tunnel militare chiuso ed al Belvedere Nord (508 metri, N4823416-E387261).
Tornati all’ultimo bivio, si può scegliere tra il viottolo e un sentiero in salita. In entrambi i casi si sbuca (540 metri) su una strada asfaltata. La si segue in piano e poi in discesa, costeggiando l’area militare che occupa la vetta, fino al piazzale di San Pietro (476 metri, N4822745-E388159, 0.45 ore). Il convento è stato trasformato in albergo, la chiesa merita certamente una visita.
Si riparte a sinistra della chiesa, si supera un cancello e si continua tra i lecci fino a uno spiazzo con un cippo in mattoni, noto come l’Osservatorio. Si scende per l’uno o l’altro dei due sentieri che iniziano prima e dopo il cippo, si sbuca su una carrareccia e la si segue con una discesa più ripida. Superate delle ringhiere, si raggiunge il Belvedere Sud (450 metri, N4822568-E388608), affacciato sulle Due Sorelle.
Tornati per la stessa via a San Pietro, si scende sulla strada asfaltata. A una curva a sinistra la si lascia (cartello), si raggiunge l’ingresso di un’altra zona militare e la si costeggia lungamente a sinistra, per poi proseguire a saliscendi nel bosco. Costeggiati gli erbosi Pian di Raggetti, si raggiungono i ruderi di Casa Cipriani (460 metri, N4822741-E386870, 0.30 ore). Da qui, lasciato a destra il sentiero che riporta al Pian Grande, si scende a sinistra (segnavia 6). A un nuovo bivio si va a destra (segnavia 7) nel fitto bosco, fino alle Grotte Romane, delle suggestive cave utilizzate nell’antichità.
Proseguendo sul sentiero scende alla strada provinciale del Conero. Seguendola verso destra (attenzione!) si torna al Poggio (0.45 ore).
Scheda tecnica itinerario
- Quota: da 258 a 540 metri
- Dislivello: 400 metri
- Tempo a/r: 3 ore
- Difficoltà: E
- Segnaltica: bianco-verde 1, 1A, 6 e 7
- Periodo: tutto l’anno
La guida
L’itinerario completo di descrizione dettagliata, foto e mappa è descritto nella guida I 50 sentieri più belli delle Marche