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Mese: Maggio 2021

In uscita la nuova guida ABRUZZO a piedi

Fate spazio nello zaino per accogliere un tesoro che vi accompagnerà durante le prossime escursioni: la nuova guida ABRUZZO a piedi di Giuseppe Albrizio è in arrivo!
Luca Mazzoleni, che ha curato le parti introduttive del volume, ce la presenta.

L’Abruzzo è una regione dai molti contrasti, che i colori dello stemma regionale rappresentano in modo diretto e chiaro: il blu del mare, il verde delle campagne coltivate e delle dolci colline rivestite da fitti boschi, il bianco delle vette dell’Appennino coperte di neve gran parte dell’anno.
Giuseppe Albrizio con questa guida si occupa con passione dell’Abruzzo bianco, che durante la bella stagione si copre del verde delle faggete e delle praterie d’alta montagna. Non a sproposito l’Abruzzo è Regione Verde d’Europa, ma grazie a decenni di impegno e battaglie in difesa dell’ambiente, sforzi che hanno portato alla salvaguardia di gran parte della regione, protetta per un terzo del suo territorio da ben tre parchi nazionali, un parco regionale e oltre trenta riserve naturali.
Ha centotrenta chilometri di costa l’Abruzzo, con spiagge e scogliere meravigliose, bellissime; ma per me l’Abruzzo è soprattutto montagna, aspra e arida, dolce e ruscellante d’acque, selvaggia e violenta nelle sue bufere invernali, abbacinante tra le pietraie d’alta quota sotto il sole di agosto.

È sbagliato lo so, ma tanti anni di gite, arrampicate e salite scialpinistiche condizionano irrimediabilmente il mio giudizio: l’Abruzzo è una regione di splendide montagne e questa guida ci accompagna alla scoperta dei luoghi più magici, affascinanti e grandiosi.

Ecco quindi strapiombanti pareti di roccia compatta dove sono attrezzate vertiginose vie ferrate, prati solcati da vene d’acqua cristallina e interrotti da veloci cascate, creste ventose e assolate, forre cupe e selvagge, canaloni dove la neve resiste fino all’estate e boschi, immense foreste di latifoglie e faggete secolari che proteggono e accolgono una fauna varia e ricca come altrove è difficile trovare. Alle montagne d’Abruzzo non manca nulla, salvo forse l’aspetto glaciale, ora che purtroppo il Ghiacciaio del Calderone sul Gran Sasso è tanto sofferente e in regresso da essere stato declassato a “glacionevato” e così addio al ghiacciaio più meridionale.

Ma ghiacciai a parte in Abruzzo troverete tutto: escursioni per famiglie, cavalcate infinite a collezionare vette che arrivano a sfiorare i 3000 metri, sgambate attraverso riserve naturali dove è concreta la possibilità di incontrare cervi, lupi e orsi, o quantomeno di vederne le tracce sul terreno o i graffi sugli alberi; anche qualche rifugio di montagna troverete, magari piccolino e rustico, ma accogliente come solo i rifugi in quota sanno essere.

Insomma le montagne ci sono, le proposte sono diverse e non c’è che armarsi di buone gambe e buone scarpe per scoprire l’Abruzzo, a piedi!
Luca Mazzoleni

La guida

guida escursioni in abruzzo

 

 

Il Laghetto di Cornino e il Lago di Rascino | Lazio a piedi

La primavera inoltrata è la stagione migliore per visitare i Laghetti di Cornino e di Rascino. Giuseppe Albrizio descrive l’itinerario nella guida Lazio a piedi.

Il Laghetto di Cornino e il Lago di Rascino sono due meravigliosi specchi d’acqua remoti e quasi sconosciuti, che si trovano molto vicini ma a quote diverse.

Il Lago di Cornino, circondato da un lato da una pineta di rimboschimento, sorge sull’omonimo piano a quota 1261 metri. Questo specchio d’acqua è secondo come quota solo al più noto Lago della Duchessa e sulle sue rive, dalla tarda primavera fino all’autunno, s’incontrano mandrie di mucche e di cavalli al pascolo. Nel maggio 2020 è stato avvistato un orso che attraversava l’altopiano.

Il Lago di Rascino sorge a quota 1141 metri. Ha una forma molto irregolare essendo formato da una zona centrale che si trova ai piedi del Monte Vignole e da numerosi bracci che si diramano nel Piano omonimo.

Nonostante non sia segnato, l’itinerario non presenta difficoltà per l’orientamento perché si svolge quasi tutto su strada sterrata.

Scheda tecnica

Quote da 760 a 1352 m
Dislivello 750 m
Tempo 7.30 ore; 8.30 con la variante
Difficoltà E
Segnaletica nessuna
Periodo consigliato da aprile a novembre
Cartografia IGM 358 IV Castel Sant’Angelo
Con i bambini non adatto

Accesso

Da Antrodoco (Rieti) si prende la SS17 dell’Appennino Abruzzese e Appulo Sannitica, direzione L’Aquila. Giunti all’incrocio con una piccola strada proveniente da destra, al chilometro 11,700 circa, la si imbocca e si parcheggia subito dopo (951 m).

Itinerario di salita

A piedi si segue la strada, per pochi metri asfaltata e poi sterrata, che scende leggermente in direzione sud ovest. Attraversata la linea ferroviaria, Terni-Rieti-L’Aquila, si giunge a una biforcazione dove si prosegue a sinistra. Si cammina in parallelo alla strada ferrata che si tiene sulla sinistra e, dopo 200 metri dal passaggio a livello, al successivo bivio, si trascura la poderale che prosegue dritta costeggiando la ferrovia e si continua a destra sempre in discesa fino all’inizio del bosco e all’ultimo appezzamento di terra arato, dove a destra si nota il Casale Tranzi (934 m).
Da questo momento in poi non c’è più nessun problema d’orientamento e si segue sempre, in salita e nel bosco, la larga ed evidente sterrata. Si seguono 5 tornanti e lunghe diagonali attraversando le località Campetelli, Pianate di Fabriccio e Coppo. Dopo un’ultima larga curva in senso orario si attraversa, tra radure e macchia, la Costa Pianezza e si giunge sulla sella (1352 m, 2 ore) che separa il Monte Torrecane, a nord ovest, dal Monte Vignole, a sud est: qui la sterrata termina.

Raggiungendo il Laghetto di Cornino..

In basso si nota un piccolo pianoro con l’inconfondibile sagoma del Laghetto di Cornino, delimitato da un lato da una pineta di rimboschimento. Dalla fine della sterrata si segue un sentiero verso sud molto evidente; questo, a mezza costa, conduce presso lo specchio d’acqua (1261 m, 0.15 ore).

In breve dal laghetto, seguendo le tracce di animali e di jeep che si dirigono verso sud ovest e superano una specie di largo imbuto erboso, si può ammirare tutto l’enorme Piano di Cornino che finora era rimasto nascosto alla vista.


Ritornati al laghetto si attraversa tutto il piccolo pianoro in direzione nord est seguendo una traccia di fuoristrada. Dopo un tornante si sale in direzione sud fino ad intercettare in località Ollanette la sterrata (1309 m, 0.15 ore) che si percorrerà al ritorno. Si svolta verso destra e dopo 800 metri si giunge a un secondo incrocio (1306 m, 0.15 ore), dove si gode di un’ottima vista sul laghetto e sul grande altopiano delimitato ad ovest dalla dorsale boscosa del Monte Nuria e del Colle della Fungara.

Raggiungendo il Lago di Rascino..

Lasciata a destra la sterrata che scende sul pianoro, si prosegue a sinistra in discesa nel bosco seguendo sempre la strada principale nella stessa direzione. All’uscita dalla macchia (località Coppeiello), si inizia a vedere in basso a sinistra il Lago di Rascino e il suo grande piano. Caratteristiche le costruzioni utilizzate dalla primavera all’autunno dai contadini e dai pastori.

Poco prima del pianoro si trascura una sterrata a destra (1158 m) e poche decine di metri più avanti si raggiunge un secondo incrocio (1155 m) dove si svolta a sinistra. Giunti sul pianoro, all’incrocio di quota 1145 metri, si prende a destra, si passa accanto a un grosso casale che si trova sulla sinistra e si giunge presso l’ottima Fonte Uscerto (1145 m, 1 ora). Da qui si può seguire un largo periplo del Lago di Rascino in senso antiorario su prato e tracce (1 ora per la variante).

Itinerario di ritorno

Si torna indietro fino al bivio in località Ollanette (1309 m, 1.30 ore), si tralascia a sinistra la sterrata percorsa all’andata e si continua dritti in direzione nord est. Si attraversa a mezza costa tutto il versante sud del Monte Vignole e, giunti a quota 1360 metri, si apprezza una vista stupenda sul Lago di Rascino e sulla sua piana.

Passata la Forcella di Rascino (1345 m) s’inizia a scendere tra radure e bosco e dopo due tornanti si entra nella boscosa Valle di Cappelletto che si segue verso est fino al suo termine. A quota 1200 metri circa la sterrata si biforca, la via di destra percorre il fondo erboso della valle e l’altra rimane sul costone boscoso sinistro orografico. Si può seguire indifferentemente uno dei due percorsi in quanto a quota 1150 metri si riuniscono.
Usciti dalla macchia si passa tra alcuni terreni coltivati, si raggiunge la ferrovia e si cammina paralleli a questa per qualche centinaio di metri, la si attraversa grazie a un passaggio a livello e si incrocia la SS 17 dell’Appennino Abruzzese poco prima del chilometro 14 (984 m). Si sbuca nel paese di Sella di Corno, frazione del comune di Scoppito in provincia dell’Aquila. Si prende a sinistra e, se si ha tempo, si visita il paese, altrimenti si segue la statale, con un po’ di attenzione al traffico, e dopo circa 1,5 chilometri si chiude il giro tornando all’auto (1.45 ore).

La guida

L’itinerario completo di mappa e tracce GPX la trovi nella guida Lazio a piedi di G. Albrizio, A. Anfossi, F. Ardito, F. Belisario, R. Hallgass.

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L’anello della Valle dell’Avello | Abruzzo a piedi

Lino Di Berardino propone questo particolare itinerario in Maiella che ripercorre i passi degli antichi pastori nella nuova guida Abruzzo a piedi di Giuseppe Albrizio.

Il massiccio della Maiella è particolarmente ricco di testimonianze storiche. La presenza di profonde e aspre valli e di praterie di media e alta quota hanno favorito diverse forme di insediamento e di sfruttamento del territorio. Fino agli anni ’50 del secolo scorso, particolarmente rilevante è stato il “fenomeno della monticazione”, ossia il trasferimento estivo delle greggi verso i pascoli di alta quota ed il ritorno verso la pianura in autunno.

La Valle del Torrente Avello, dai più conosciuta come Valle di Pennapiedimonte, ha conservato fino ad oggi alcuni bellissimi esempi di vita pastorale in grotta che l’itinerario qui proposto ci porterà ad esplorare e conoscere. Si tratta di un bellissimo anello di media quota che dapprima si incunea nella valle, ricca di vegetazione e di acqua, e che in seguito la costeggia dall’alto offrendo suggestivi affacci sui profondi canyon di questo settore della Maiella. Si percorreranno vecchie tracce pastorali di cui la montagna nel tempo sta cercando di riappropriarsi. Il punto di partenza dell’itinerario è il belvedere del Balzolo, uno stupendo balcone panoramico dominato da un pittoresco macigno di forma allungata e svettante.

valle dell'avello
Una delle cascate che caratterizzano il Torrente Avello.

Il sentiero che collega la località Linaro con la Grotta Cavaliera e l’Ara dei Preti, pur segnalato con vernice bianco-rossa e con ometti, non è riportato sulle carte escursionistiche. L’itinerario è adatto a tutti e nel complesso non presenta difficoltà tecniche ad eccezione di un brevissimo tratto nei pressi della Grotta Piccola della Cavaliera dove il sentiero diventa stretto ed un po’ esposto e dove è necessario fare un po’ di attenzione.

valle dell'avello
L’affaccio dalla vertiginosa parete che ospita la Grotta Cavaliera.

Scheda tecnica itinerario dell’anello della Valle dell’Avello

Quoteda 726 a 1206 m
Dislivello 700 m
Sviluppo 12 km
Tempo 5.25 ore
Difficoltà T fino alla Madonna delle Sorgenti; E l’anello
Segnaletica bianco-rossa G2, G1
Periodo da maggio a novembre eccetto con neve o ghiaccio
Cartografia Parco Nazionale della Maiella, Ente Parco, D.R.E.AM.
Con i bambini adatto ai ragazzi dagli 11 anni in su

La guida

L’itinerario completo di descrizione dettagliata, foto, mappa e traccia GPX la trovi nella guida Abruzzo a piedi di Giuseppe Albrizio.

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L’Eremo di Santa Maria Giacobbe e le Cascate del Menotre

Valle del Menotre: a piedi tra eremi, cascate e antiche cartiere con l’itinerario descritto nella guida UMBRIA a piedi di Nicola Pezzotta, Luca Marcantonelli e Stefano Properzi, con la collaborazione di Giuseppe Albrizio.

Una semplice escursione ad anello adatta a tutti in una delle zone più affascinanti del folignate e di tutta l’Umbria: la Valle del Menotre.

Le acque del Menotre

Sono state per secoli fonte di ricchezza e prosperità per questi luoghi. Utilizzate inizialmente come forza motrice per mulini e gualchiere (opifici per la follatura della lana), a partire dal XIII secolo permisero la nascita di uno dei più importanti poli per la produzione di carta dell’Italia centrale. La carta proveniente da Pale era tra le più apprezzate per qualità; nel 1472 fu utilizzata per la stampa della prima edizione della Divina Commedia. Nel territorio di Pale e in quello limitrofo di Belfiore nel 1820 si contavano ben venti cartiere. Girando per le vie del paese si possono notare ancora i grandi edifici che le ospitavano e le varie canalizzazioni per le acque.

L’anello della Valle del Menotre in pillole

Nella prima parte dell’escursione si visita un vero gioiello di questo magnifico angolo della regione, l’Eremo di Santa Maria Giacobbe. Incastonato nelle pareti rocciose del Sasso di Pale, l’edificio a mattoni fu costruito nel XII secolo a ridosso di una cavità naturale dove, secondo la leggenda, soggiornò Santa Maria Giacobbe. Questo luogo fu abitato da molti eremiti e fu meta di pellegrini, molti dei quali passavano nella sottostante Via Lauretana che collegava Roma con Il Santuario di Loreto. L’interno della chiesetta è particolarmente suggestivo in quanto le pareti sono ricoperte da una serie di affreschi duecenteschi rappresentanti Santa Maria Giacobbe ed altri santi.

valle del menotre

Altra sorpresa durante il cammino è data dal Fiume Menotre. In corrispondenza del paese di Pale si tuffa in una stretta forra formando una serie di spettacolari cascate che visiteremo con questa escursione.

Il borgo medievale di Pale nasconde inoltre altre sorprese come le Grotte dell’Abbadessa. Si tratta di un piccolo complesso ipogeo (visitabile su richiesta), formato dall’infiltrazione delle acque piovane e del Fiume Menotre.

Questo itinerario segue in parte il tracciato di tre cammini: la Via Lauretana (VL), il Cammino Francescano della Marca (CFM) e il Sentiero degli Ulivi (SU). Il percorso non presenta difficoltà ma la scalinata che sale all’eremo, nonostante sia ben protetta da una ringhiera, può creare qualche problema a chi soffre di vertigini. La Sezione di Foligno del CAI ha in progetto di installare la segnaletica verticale del Sentiero degli Ulivi (segnavia 319).

Scheda tecnica

Quote da 540 a 315 m
Dislivello 335 m
Sviluppo 3,5 km
Tempo 2 ore
Difficoltà E
Segnaletica bianco-rossa CFM (Cammino Francescano della Marca), 309 VL (Via Lauretana), 319 SU (Sentiero degli Ulivi)
Periodo consigliato tutto l’anno
Cartografia Gli Altopiani Plestini, Comune di Foligno Parco Colfiorito
Con i bambini adatto ai ragazzi dagli 11 anni in su

La guida

L’itinerario completo di descrizione dettagliata, foto e mappa è nella guida Umbria a piedi di Nicola Pezzotta, Luca Marcantonelli e Stefano Properzi, con la collaborazione di Giuseppe Albrizio.

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Ferentillo, l’Abbazia di San Pietro in Valle e Umbriano

Un affascinante anello sulle tracce della storia. L’itinerario è descritto nella guida UMBRIA a piedi di Nicola Pezzotta, Luca Marcantonelli e Stefano Properzi, con la collaborazione di Giuseppe Albrizio.

Lungo questo percorso così ricco di luoghi di interesse si respira costantemente un’atmosfera che sa di passato. Si attraversano il mistico Umbriano e l’arroccato Gabbio, borghi fortificati abbandonati di assoluto fascino, dove passeggiando sembra avviarsi una macchina del tempo che ci riporta indietro di secoli. Par di sentire il rintocco di antiche campane o il vociare di una manciata di abitanti intenti a difendere il proprio villaggio dalle incursioni dei nemici o a controllare merci in transito.

Ma è l’arrivo all’Abbazia di San Pietro in Valle a lasciare stupefatti. Articolata in una chiesa, visitabile e appartenente alla Curia, e in un antico monastero attualmente di proprietà privata adibito a struttura ricettiva, l’abbazia rappresenta uno dei più importanti luoghi del monachesimo benedettino. Fu fondata nell’VIII secolo, quasi certamente dal duca longobardo di Spoleto Faroaldo II, nel punto esatto dove la leggenda vuole abbiano vissuto gli eremiti Giovanni e Lazzaro. L’abbazia acquisì presto un ruolo di primo piano nella vita spirituale, politica e sociale di tutto il ducato. Tra periodi di attività e fasi di abbandono, tra saccheggi, ristrutturazioni e vari passaggi di proprietà, il complesso monastico mostra ancora oggi tutto il suo splendore.

Il paesaggio che fa da cornice a questa escursione è quello tipico della Valnerina, con i brillanti colori dei versanti boscosi in primavera, tra cui spicca il rosa dell’albero di Giuda, e i toni più caldi dei querceti autunnali, con innumerevoli borghi e castelli sparsi fra le colline.

L’escursione è adatta a persone con un minimo di allenamento ma non presenta particolari difficoltà tecniche né di orientamento.

Scheda tecnica

Quote da 250 a 800 m
Dislivello 680 m
Sviluppo 15,8 km
Tempo 5.20 ore
Difficoltà E
Segnaletica bianco-rossa 606, 607, 610, giallo-blu (Via di Francesco), verde-azzurra 3 GWN (Greenway del Nera), marroni (Ciclovia del Nera)
Periodo consigliato tutto l’anno
Cartografia Parco Regionale del Fiume Nera, Regione Umbria scaricabile su www.regione.umbria.it/ parchi-in-umbria; Monti di Spoleto e della Media Valnerina, CAI Spoleto, SER
Con i bambini adatto ai ragazzi dagli 11 anni in su

La guida

L’itinerario completo di foto, mappadescrizione dettagliata è nella guida Umbria a piedi di Nicola Pezzotta, Luca Marcantonelli e Stefano Properzi, con la collaborazione di Giuseppe Albrizio.

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L’anello per il Monte le Senate e Monte Maggio | Umbria a piedi

Panorami mozzafiato dai monti di Gualdo Tadino con l’itinerario descritto nella guida UMBRIA a piedi di Nicola Pezzotta, Luca Marcantonelli e Stefano Properzi, con la collaborazione di Giuseppe Albrizio.

Si parte dal valico tra il Monte Maggio e il Monte Serrasanta, dove termina la Valsorda, d’inverno punto di riferimento importante per sport come lo sci di fondo e in primavera luogo ricco di fioriture con specie anche rare ed endemiche. In questa conca sono adagiati due laghetti naturali di origine carsica nelle cui acque e sponde vivono il tritone crestato italiano e la salamandra pezzata, due specie che segnalano l’alto valore ambientale del territorio, purtroppo sempre più minacciato dalla pressione antropica e dal bestiame al pascolo.

Oltre alla possibilità di ammirare ampi panorami dalle vette, l’escursione è emozionante anche per il passaggio su uno dei due percorsi aerei (Passaiole) che a mezzacosta tagliano i bastioni rocciosi del Monte Le Senate. Ma non sono finite le curiosità offerte da questo itinerario: poco dopo le Passaiole si arriva al bordo superiore della pineta dell’Impero, un bosco piantato durante il fascismo a forma di fascio littorio, e si tocca la Buca della Neve, una cavità utilizzata nel passato come neviera. La neve raccolta in inverno per accumulo naturale e poi pressata, era qui conservata con l’ausilio di copertura di frasche; trasformata in ghiaccio, in estate veniva trasportata a valle con dei carri e venduta per le necessità della città e del suo ospedale.

Si faccia attenzione perché soprattutto in cresta non ci sono segnavia di riferimento: occorre quindi un discreto senso di orientamento. Inoltre si sconsiglia di effettuare l’anello a chi soffre di vertigini per il passaggio esposto sul sentiero della Passaiola Bassa. Attenzione: il segnavia 223 attualmente presente sul terreno verrà sostituito dalla Sezione di Gualdo Tadino del CAI con il segnavia 203.

Scheda tecnica

Quote da 1004 a 1361 m
Dislivello 500 m
Sviluppo 8 km
Tempo 3 ore
Difficoltà E
Segnaletica bianco-rossa 203, SI (Sentiero Italia), E1, CC, 124, 125, assente in alcuni tratti
Periodo consigliato tutto l’anno, da evitare con neve e ghiaccio
Cartografia Monte Giuoco del Pallone, Monte Penna, n. 9, CAI Fabriano, Monti Editore
Con i bambini non adatto

La guida

L’itinerario completo di foto, mappadescrizione dettagliata è nella guida Umbria a piedi di Nicola Pezzotta, Luca Marcantonelli e Stefano Properzi, con la collaborazione di Giuseppe Albrizio.

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