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Mese: Gennaio 2021

Monte di Mezzo 2155 m | Scialpinismo sui Monti della Laga

Scialpinismo sul Monte di Mezzo da Campotosto con l’itinerario di Luca Mazzoleni descritto nella guida Scialpinismo in Appennino Centrale.

Monte di Mezzo: una facile gita d’inizio stagione per chi vuole riprendere confidenza con pelli e sci. Una classica gita dei corsi di scialpinismo.

In una giornata di bufera d’inizio inverno, al ritorno da questa gita, mi è capitato di arrivare sotto una fitta nevicata in vista del Lago di Campotosto e vedere la barchetta di un pescatore che tranquilla e imbiancata dalla neve ne solcava le acque scure, visione tanto inconsueta da chiedermi se fossi sulla sponda di un lago abruzzese o di un fiordo scandinavo.

Località di partenza diga del Rio Fucino 1316 m
Dislivello 840 m
Tempo di salita ore 2,30
Difficoltà Medio Sciatore
Esposizione sud
Cartografia Monti della Laga, CAI Teramo/Selca; Monti della Laga, CAI/S.E.R.

Accesso

Dalla SS 80 L’Aquila-Teramo si prende la SS 577 verso Campotosto e si prosegue verso la diga del Rio Fucino. Appena la si è superata si posteggia nei pressi di un alto muraglione di contenimento.

Salita

S’imbocca la strada sterrata di fianco al muro (lato Campotosto) e la si segue salendo piano nel bel bosco di faggi, oltrepassando un piccolo rifugetto in muratura. Appena prima del rifugio un cartello indica a sinistra il sentiero segnato da bandierine biancorosse che si risale nel bosco e uscendone nell’ampia radura del Coppo.

Si attraversa la radura verso nord, percorrendo il suo ramo destro, rientrando quindi nella faggeta per una traccia che può essere poco visibile con molta neve. (In alternativa dal rifugetto si ignora il sentiero segnato e si tira dritti lungo la comoda pista fino a 1600 m circa dove si esce nella radura del Coppo che si risale sul suo lato destro, per rientrare tra gli alberi sempre lungo la pista estiva. Questa strada è di poco più lunga, ma con condizioni di visibilità scarsa e neve abbondante rende più facile attraversare la radura del Coppo e ritrovare la pista che rientra nel bosco).

Proseguire in diagonale verso nord/est fino a quota 1700 circa, dove la vegetazione termina. Qui piegare a sinistra (nord/ovest) e per prati innevati guadagnare la facile e larga cresta, che si segue arrivando prima sul Peschio Menicone 1955 m (qui sono da notare antiche incisioni graffiate nella tenera arenaria da chi molto prima di noi passava quassù le sue giornate). Sempre lungo il crestone si prosegue per il Colle del Vento, quindi di seguito fino in vetta al Monte di Mezzo 2155 m (piccolo ometto, ore 2,30).

Monte di Mezzo

Discesa

Lungo la via di salita.

La guida

L’itinerario proposto è tratto dalla guida Scialpinismo in Appennino Centrale di Luca Mazzoleni.

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Un’escursione sul Lago Trasimeno e i suoi colli

Un’escursione sul Lago Trasimeno ricca di fascino e panorami. L’itinerario è descritto nella guida UMBRIA a piedi di Nicola Pezzotta, Luca Marcantonelli e Stefano Properzi, con la collaborazione di Giuseppe Albrizio.

L’escursione sul Lago Trasimeno parte dal borgo di Passignano sul Trasimeno, un piccolo e incantevole paese adagiato sulla sponda settentrionale del Lago Trasimeno, inserito tra i “Borghi più belli d’Italia”.

La rocca medievale, restaurata, ne rappresenta il simbolo e dalla torre annessa di 22 metri si gode una vista sconfinata. Lungo il percorso sono innumerevoli gli splendidi scorci verso il lago, da diverse angolature e altitudini, incorniciato dai cipressi o dai casolari sparsi nelle campagne.

Il paesaggio è molto vario; si attraversano ambienti rurali tra distese di olivi, boschi misti seminaturali a prevalenza di roverelle e arbusti mediterranei, e piccoli nuclei abitati. La presenza di antiche ville padronali che si incontrano lungo il cammino fa respirare una soffusa atmosfera dal sapore aristocratico.

L’escursione sul Lago Trasimeno è adatta a tutti, non presenta particolari difficoltà tecniche o di orientamento. Il percorso è ben segnalato, ma si deve prestare attenzione ad ignorare i segnavia con freccia blu in quanto sono dedicati agli itinerari in mtb.

Escursione sul Lago Trasimeno: Scheda tecnica

Quote da 265 a 572 m
Dislivello 460 m
Sviluppo 14 km
Tempo 4.30 ore
Difficoltà E
Segnaletica bianco-rossa 2, M25, gialla T (Le Celle di San Francesco), bianco-rossa 5
Periodo consigliato tutto l’anno
Cartografia Parco Regionale del Lago Trasimeno, Regione Umbria scaricabile su www.regione.umbria.it/parchi-in-umbria
Con i bambini adatto ai ragazzi dagli 11 anni in su

La guida

L’escursione sul Lago Trasimeno completa di foto, mappadescrizione dettagliata è nella guida Umbria a piedi di Nicola Pezzotta, Luca Marcantonelli e Stefano Properzi, con la collaborazione di Giuseppe Albrizio.

guida escursioni in Umbria

Intorno al Lago di Nemi | Itinerari | Lazio a piedi

Una facile escursione intorno al Lago di Nemi – lo “specchio di Diana” – descritta da Fabrizio Ardito nella guida Lazio a piedi.

Tra i panorami dei Castelli Romani, quello che si gode con un’escursione sul Lago di Nemi ha un posto del tutto speciale. “Domicilio delle Muse e delle Ninfe” scrisse l’entusiasta Pio II del paese, affacciato sul lago e dominato dalla mole imponente del palazzo dei baroni Ruspoli.

Il lago è di origine vulcanica, privo di immissari ed emissari ed è facile immaginare come il suo livello potesse essere estremamente variabile con le piogge. Per questo motivo venne realizzato un emissario sotterraneo che aveva lo scopo di tenere costante il livello delle acque, restaurato e dotato di una tubatura nel 1928, quando si pose mano al recupero delle due grandi navi trasportate nel lago per i festeggiamenti in onore di Claudio oppure Caligola.

E proprio dal Museo delle Navi Romane, purtroppo distrutte il 1º giugno del 1944 da un gruppo di tedeschi della Wehrmacht in ritirata (se ne conservano però ricostruzioni e interessanti frammenti) che inizia la passeggiata attorno al lago che i poeti chiamarono “specchio di Diana”. Sulle pendici del cratere si trovava anche il tempio di Diana Nemorense, il cui culto era molto importante per i Romani. Al momento in cui scriviamo l’area del Santuario di Diana non è aperta al pubblico poiché sono in corso lavori di restauro.

Foto: Agostino Anfossi

Escursione sul Lago di Nemi

La camminata è facile e non presenta difficoltà, e alterna tratti di sentiero, sterrato e asfalto.

Scheda tecnica

Quote da 332 a 367 e a 521 m
Dislivello 35 m; 200 m con la variante
Tempo 1.45 ore; 2.30 ore con la variante
Difficoltà T
Segnaletica bianco-rossa 515, 511
Periodo consigliato tutto l’anno
Cartografia IGM 388 IV Genzano di Roma; Carta dei Sentieri nel Parco, Parco dei Castelli Romani
Con i bambini itinerario adatto ai bambini dai 5 anni in su

La guida

Scopri l’itinerario completo di descrizione dettagliata, mappa e foto nella guida Lazio a piedi di G. Albrizio, A. Anfossi, F. Ardito, F. Belisario, R. Hallgass.

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Scialpinismo sui Monti Ernici: Monte del Passeggio 2064 m

L’itinerario di Luca Mazzoleni che sale al Monte del Passeggio per la Valle di Femmina Morta nella guida Scialpinismo in Appennino Centrale.

Scialpinismo sui Monti Ernici con una gita invernale dall’impegno tecnico decisamente modesto: a una comoda e lunga valle boscosa fanno seguito aperti pendii innevati. Facile e simpatica, bella la vista dalla cima. Da programmare quando la neve sia scesa abbastanza di quota da innevare bene la zona di Prato di Campoli.

Località di partenza strada Veroli-Prato di Campoli 1079 m
Dislivello 1050 m
Tempo di salita ore 3,30
Difficoltà Medio Sciatore
Esposizione sud/ovest
Cartografia Monti Ernici, CAI Civitella Roveto

Accesso

Dalla SS 214 Frosinone-Sora si seguono le indicazioni per Veroli e di seguito per Prato di Campoli. Oltre il rifugetto del comune di Veroli presso la Fontana di Campoli, a 2 km dal Prato omonimo, si nota una slarghetto da cui diparte sulla sinistra una strada sterrata (sbarra).

Salita

Si percorre la strada che sale dolcemente la Valle di San Giovanni, tagliandone un tornante a quota 1235 m su a destra nel fosso boscoso, fin sulla sella, in località poco poeticamente denominata Cacata del Lupo 1302 m. Ora la sterrata si abbassa sul fondo della Valle di Femmina Morta e la risale tranquilla tra i faggi. Quando a 1480 m la pista si fa meno evidente e il fosso si stringe, si segue una traccia che sale tenendosi sul lato destro della valletta, fino a uscire dal bosco a 1600 m circa. Ora si prosegue oltre due primitivi ricoveri di pastori tra morbide gobbe e piccoli fossi, sul lato destro della grande conca tra i Monti Brecciaro e del Passeggio. Continuando verso nord/est si risale l’ampio pendio e, dopo un lieve aumento di pendenza, ecco l’ometto con croce sulla cima di Monte del Passeggio 2064 m (ore 3,30).

Discesa

Lungo la traccia di salita, scendendo dalla cima c’è di che sbizzarrirsi giù per il versante che non presenta vie obbligate fino al bosco. Dalla cima è anche molto invitante il valloncello tra il Monte del Passeggio e il Monte Fragara che scende a sud/est verso il Fosso della Fragara e poi Prato di Campoli, ricollegandosi alla via di salita dal Prato stesso al Pizzo Deta. Per chi amasse i giri ad anello è questa una possibilità da considerare.

La guida

L’itinerario proposto è tratto dalla guida Scialpinismo in Appennino Centrale di Luca Mazzoleni.

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Vulci e il Fiora | Itinerari | Lazio a piedi

L’antica città di Vulci e le Gole del Fiora: il paradiso… all’improvviso! Filippo Belisario descrive l’itinerario nella guida Lazio a piedi.

Vulci è veramente un binomio perfetto tra storia e natura! Le fertili campagne a distesa, la vicinanza col mare, la stupefacente valle del Fiume Fiora che taglia i territori segnandone la storia, il silenzioso e imponente castello medievale dell’Abbadia, l’ardito Ponte del Diavolo, i resti archeologici di insediamenti e culture millenarie disseminati ovunque su un morbido pianoro di suolo vulcanico.

E soprattutto un parco naturalistico e archeologico ricco anche di alberi rari e monumentali, un paesaggio integralmente conservato che sembra appena dipinto da un vedutista del ‘700. Qui ci si muove con lentezza in luoghi preziosi e delicati, cercando di coglierne l’essenza più autentica e profonda, provando anche a immaginare cosa possa averli resi così attrattivi agli occhi attenti dei sensibilissimi Etruschi. Ma anche così interessanti per gli animi più razionali e “calcolatori” dei Romani. Per informazioni sulle visite al Parco di Vulci telefonare allo 0766.89298 o consultare www.vulci.it.

Accesso

Punto di partenza dell’escursione è il vasto parcheggio (78 m) antistante il Castello dell’Abbadia (Museo Archeologico di Vulci), nel comune di Canino.

Itinerario

Dal piazzale del parcheggio, il Castello dell’Abbadia appare isolato e capace di resistere a qualsiasi assedio. Con pochi passi vi si può camminare attorno apprezzandone il fossato ricco di acqua corrente e, se aperto, ci si può affacciare nel cortile interno. Si attraversa il fiume passando sulla schiena d’asino del Ponte del Diavolo, una costruzione talmente ardita e strapiombante da aver fatto credere ai pellegrini di passaggio che solo il demonio potesse averlo costruito. Sotto si aprono le profonde Gole del Fiora, caratterizzate da massicci affioramenti basaltici nell’alveo e ripide pareti intagliate nei banchi di travertino. Dopo il ponte si procede dritti fino a un incrocio (74 m) dove si segue la strada bianca a sinistra. Attraversando campi e pascoli si arriva all’ingresso del Parco archeologico (70 m, 0.10 ore), porta di accesso ai resti dell’antica città. Prima di entrare vale la pena fare una breve deviazione su una stradina a destra per visitare due bellissime tombe etrusche: la Tomba dei Soffitti Intagliati e la Tomba della Sfinge.

Il Decumano

Si continua a camminare lungo un tracciato verso sud ovest, prima in discesa poi in salita, per circa 350 metri, fino a giungere all’incrocio con il Decumano Massimo, che si imbocca a sinistra. Interamente lastricata di basoli, questa fondamentale arteria dell’urbanistica romana collega la porta occidentale a quella orientale verso il fiume. Percorrendola ci si imbatte in un susseguirsi di resti di importantissimi edifici: dalla stessa Porta Ovest (68 m), con avamposto triangolare in tufo e uno stretto passaggio difensivo a forma di Y, all’Arco Onorario, dal Tempio Grande alla sontuosa Domus del Criptoportico, con impianto termale, fino a una domus patrizia con un mitreo. Giunti all’incrocio (0.25 ore) fra decumano e cardo, con una breve deviazione a sinistra lungo il cardo si raggiunge la Porta Nord della città (0.15 ore a/r).

Vulci

Tornati sul decumano, si prosegue in discesa verso la Porta Est, oltre la quale si apre un ampio pianoro che degrada dolcemente verso il fiume. Si passa accanto a un’area di sosta con fontanella per poi lambire dei resti di muraglioni fluviali fino ai ruderi del Ponte Rotto sul Fiora (30 m, 0.10 ore). Si prosegue verso est e il cammino si fa ora interessante per gli aspetti naturalistici con la presenza, soprattutto sulle rupi di roccia vulcanica, di una vegetazione ricca di esemplari secolari e rari (olivastri, bagolari e peri selvatici). Nelle aree più pianeggianti o di sponda fluviale, si notano farnie, aceri trilobi o biancospini arborei. Il percorso risale ripidamente la rupe basaltica per tornare sul pianoro vulcanico. Qui è necessario tenersi a destra per seguirne l’orlo superiore affacciato a nord est, con bellissime visuali delle Gole del Fiora e del paesaggio maremmano.

Verso il Lago del Pellicone

Si scende in un altro boschetto di versante fino a un breve tratto pianeggiante e ombroso dove ci si tiene sempre sulla destra per due bivi consecutivi. Ancora poche decine di metri e si giunge al magico Lago del Pellicone (45 m, 0.30 ore). Location cinematografica per innumerevoli film storici, qui il fiume crea cascatelle che lentamente incidono una tenace colata di lava per confluire in un placido laghetto di acque limpide. Tutto intorno un paesaggio di forra con ripide pareti di travertino costellate di grotte e anfratti. Si torna sui propri passi e si mantiene sempre la destra per salire verso il Casaletto Mengarelli (59 m). Da qui si riguadagna il punto di accesso al Parco e si prosegue lungo la via del ritorno verso il parcheggio del Castello dell’Abbadia (0.40 ore).

Rifugi e punti di appoggio

Casaletto Mengarelli, Vulci (VT), solo ristoro, aperto tutti i giorni tranne il martedì, tel. 0766.870177, 348.8274073.

Scheda tecnica

Quote da 30 a 80 m
Dislivello 120 m
Tempo 2 ore
Difficoltà T
Segnaletica del Parco di Vulci
Periodo consigliato da settembre a maggio
Cartografia IGM 343 II Vulci
Con i bambini adatta ai bambini dai 5 anni in su

La guida

Lazio a piedi – la guida con 75 bellissimi itinerari – di G. Albrizio, A. Anfossi, F. Ardito, F. Belisario, R. Hallgass.

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Scialpinismo sui Monti della Laga: Pizzo di Sevo da Macchie Piane

Luca Mazzoleni descrive la salita al Pizzo di Sevo dalle Macchie Piane, un classico tra gli itinerari di scialpinismo, nella guida Scialpinismo in Appennino Centrale.

Gita molto conosciuta che sale al Pizzo di Sevo (2419 m) dalla conca di Amatrice per il versante laziale della montagna. Un’ottima gita d’introduzione ai Monti della Laga. La possibilità di salire di quota per la comoda strada verso le Macchie Piane consente di cercarsi la neve e mettere sempre gli sci fin da dove si lascia l’auto.

Località di partenza: strada delle Macchie Piane, quota 1200/1400 metri, secondo l’innevamento
Dislivello: 1000/1200 m
Tempo di salita: 3-4 ore
Difficoltà: MA (Medio Sciatore)
Esposizione: ovest
Cartografia Monti della Laga, CAI/S.E.R., Monti della Laga, CAI Teramo/Selca Firenze

Accesso

Si esce dalla SS 4 Salaria al bivio di Amatrice, da qui per Sommati e Sant’Angelo. Si sale in macchina per la strada asfaltata che da Sant’Angelo porta alle Macchie Piane, posteggiando dove inizia la neve e la strada diviene percorribile in sci.

Salita

Lasciata l’auto si sale dolcemente lungo il tracciato della strada, ignorando le deviazioni laterali, fino a sbucare fuori del bosco sul dosso delle Macchie Piane 1600 m circa (paletto con segni CAI), con vista sulla cima del Pizzo. Si prosegue verso est/sud/est per il pianoro delle Macchie Piane che diventa arrotondato crinale e riprende a salire. Si attraversa una fascia di bosco (qualche segno biancorosso sui tronchi, in direzione della cima ora ben visibile). Da qui il pendio si fa più ripido e dirigendosi verso est si rimonta il versante guadagnando il conetto terminale giungendo così in vetta al Pizzo di Sevo 2419 m (alta croce metallica, 3-4 ore).

Discesa

Lungo la traccia di salita.

La guida

L’itinerario proposto è tratto dalla guida Scialpinismo in Appennino Centrale di Luca Mazzoleni.

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Il giro delle Mura Aureliane | Itinerari Roma | Lazio a piedi

A piedi sulle tracce della Roma imperiale. Il giro delle Mura Aureliane è descritto da Agostino Anfossi nella guida Lazio a piedi.

Le Mura Aureliane abbracciano il cuore di Roma e hanno assistito a più di 1700 anni della sua storia. Con la loro estensione di circa 20 chilometri e le centinaia di milioni di mattoni utilizzati, costituiscono un’opera realmente ciclopica che ha pochi raffronti nell’intero mondo. Persino il Colosseo o il Circo Massimo non possono reggere il paragone. Furono fatte costruire in pochi anni nel III secolo da Aureliano per difendere la capitale dell’Impero dalle sempre più frequenti incursioni dei barbari. L’imperatore, per risparmiare tempo e denaro, fece inglobare molte costruzioni più antiche come tratti di acquedotti, la Piramide Cestia o Castro Pretorio che sono così giunte in buono stato fino ai giorni nostri.

La prima metà dell’anello, dalla Piramide Cestia a Piazza del Popolo, le conserva quasi integralmente. Passando per Porta San Sebastiano si consiglia di visitare il Museo delle Mura: oltre ad alcuni plastici che illustrano le fasi di costruzione delle mura, è possibile anche camminare all’interno delle stesse ed effettuare una visita panoramica dall’alto.

La parte di mura nella seconda metà dell’anello, da Porta del Popolo a Porta San Paolo, è andata, purtroppo, quasi totalmente distrutta o incorporata in altre strutture nel corso dei secoli. Vale la pena comunque percorrerla, non solo per la bellezza dei luoghi attuali, ma anche per avere un’idea concreta dell’estensione di Roma ai tempi dell’Impero. Nel seguire il percorso vi invitiamo alla massima cautela in alcuni punti specifici indicati nell’itinerario.

Scheda tecnica itinerario

Quote da 16 a 139 m
Dislivello 188 m
Tempo 5.35 ore
Difficoltà T se si arriva fino a Piazza del Popolo, E l’anello completo
Segnaletica nessuna
Periodo consigliato tutto l’anno
Cartografia Roma Map 1:12.000, Edizioni Cartografiche Lozzi
Con i bambini adatto ai ragazzi dagli 11 anni in su limitando opportunamente il percorso

La guida

Scopri l’itinerario completo di descrizione dettagliata, mappa e foto nella guida Lazio a piedi di G. Albrizio, A. Anfossi, F. Ardito, F. Belisario, R. Hallgass.

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Gubbio e la Gola del Bottaccione | Umbria a piedi

Salire da Gubbio al Monte Foce attraverso arte, scienza, storia e bellezze naturalistiche. L’itinerario è descritto nella guida UMBRIA a piedi di Nicola Pezzotta, Luca Marcantonelli e Stefano Properzi, con la collaborazione di Giuseppe Albrizio.

Nel 1980 due scienziati dell’Università di Berkeley in California, Walter e Luis Álvarez, pubblicarono uno studio che definiva la più accreditata teoria sulle cause dell’ultima estinzione di massa che portò alla scomparsa di molte specie sia vegetali che animali, tra cui i dinosauri.

Gli Álvarez partirono da alcune analisi effettuate in Italia. Più precisamente, nelle pareti rocciose delle montagne che sovrastano la città di Gubbio, proprio le protagoniste di questa escursione.
Gli scienziati rintracciarono in un sottile strato argilloso chiamato limite K/T, che corrisponde al periodo deposizionale tra il Cretacico (K) e il Terziario (T), un elevato livello di iridio. Questo elemento è estremamente raro sulla terra, quando invece è molto presente nei corpi celesti. Dunque teorizzarono che l’alta concentrazione derivasse dalla deposizione delle polveri prodotte dall’impatto di un asteroide sul nostro pianeta che causò l’estinzione di massa.

I prelievi vennero effettuati nella bellissima Gola del Bottaccione, scavata dalle acque del Torrente Camignano, che separa il Monte Foce dal Monte Ingino e che si apre sull’estesa conca dove è adagiata Gubbio.

L’itinerario

L’anello prende il via proprio dal suggestivo centro storico medievale della città, uno dei meglio conservati in Italia, per poi salire verso il Monte Foce. Con una breve deviazione si sale all’Eremo di Sant’Ambrogio, un monastero del XIV secolo costruito in una posizione spettacolare, a ridosso della parete rocciosa che precipita a picco sulla Gola del Bottaccione.

Arrivati alla panoramica vetta del Monte Foce, si scende nella gola e si visita il sito geologico del limite K/T. Il ritorno verso Gubbio si svolge attraverso un bellissimo percorso lungo l’antico acquedotto medievale sul versante nordorientale del Monte Ingino.

Nell’ultimo tratto si percorrono i vicoli e le strade di Gubbio toccando molti dei luoghi simbolo della città come il Palazzo Ducale, la Cattedrale e il Palazzo dei Consoli.
Il percorso non presenta difficoltà tecniche ma è necessario un buon senso dell’orientamento nel tratto dal Monte Foce alla Gola del Bottaccione in quanto alcuni sentieri sono poco evidenti.

Scheda tecnica

Quote da 496 a 983 m
Dislivello 610 m
Sviluppo 11,5 km
Tempo 4.45 ore
Difficoltà E
Segnaletica bianco-rossa 252, 260, 251
Periodo consigliato tutto l’anno
Cartografia Carta dei Sentieri, CAI Sezione Gubbio, Monte Meru Editrice
Con i bambini non adatta

Escursione con l’autore

Domenica 28 novembre nel calendario di Con in faccia un po’ di sole l’escursione al Monte Foce.. da non perdere!

La guida

L’itinerario completo di foto, mappa, descrizione dettagliata e traccia GPX è nella guida Umbria a piedi di Nicola Pezzotta, Luca Marcantonelli e Stefano Properzi, con la collaborazione di Giuseppe Albrizio.

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