Skip to main content

Mese: Giugno 2018

L’Anello della Grignetta | A piedi in Lombardia

L’anello della Grignetta percorre il versante meridionale lungo dei sentieri attrezzati. Le numerose guglie, torrioni e pilastri, insieme ai panorami sui laghi di Annone, Garlate e di Lecco fanno di questo itinerario uno dei più spettacolari sulle Prealpi. La descrizione è tratta dalla guida A piedi in Lombardia.

La salita dell’anello della Grignetta avviene lungo i sentieri della Direttissima, Giorgio e Cecilia e l’ultimo breve tratto della Cresta Cermenati, mentre la discesa si sviluppa lungo la Cresta Sinigaglia. Il percorso si svolge su sentieri infidi e parzialmente attrezzati, ed è pertanto riservato ai soli escursionisti esperti. Si raccomandano molta prudenza e l’utilizzo del casco e del kit da ferrata.

Scheda tecnica itinerario

Quote da 1276 a 2184 m
Dislivello 1000 m
Tempo 2.30 ore in salita; 1.45 ore in discesa
Difficoltà EEA = Escursionistico per Esperti con Attrezzatura. Rientrano in questa categoria i sentieri e le vie ferrate da affrontare con casco, imbragatura, dissipatore, cordini e moschettoni (Set da ferrata).
Segnaletica rosso-bianco-rossa, cerchietto azzurro incorniciato di rosso dell’Alta Via delle Grigne
Periodo consigliato da maggio a novembre
Cartografia Kompass 91 Lago di Como-Lago di Lugano; Global Map 1:35.000, Le Grigne
Punti d’appoggio Bivacco Bruno Ferrario, CAI Lecco, ricovero di emergenza sempre aperto. Rifugio Carlo Porta, CAI Milano, aperto nei weekend, 50 posti letto, tel. 0341.590105, 338.8191232, www.rifugiocarloporta.com. Rifugio Soldanella, aperto tutto l’anno dal giovedì alla domenica, in estate tutti i giorni, 14 posti letto, tel. 0341.531132, www.rifugiosoldanella.it.

Accesso

I Piani Resinelli sono raggiungibili da Lecco via Ballabio, attraverso la superstrada della Valsassina sino a Ballabio, quindi attraverso la strada locale che da Ballabio superiore con tanti stretti tornanti, giunge ai Piani. I Piani Resinelli sono anche raggiungibili in autobus da Lecco o da Calolziocorte. Dalla piazza della chiesa dei Piani Resinelli (fontana), arrivando da Ballabio, si svolta a destra imboccando la Via Locatelli (indicazione Alta Via delle Grigne), che sale a tornanti sino al termine della strada, dove c’è un piccolo parcheggio (1276 m).

Itinerario di salita

Poco prima del parcheggio si segue l’indicazione sulla destra per il Rifugio Carlo Porta. Si prende il sentiero che sale nella boscaglia in direzione del Canalone Caimi. Al suo imbocco si svolta a sinistra seguendo le frecce per Direttissima, Rosalba e Alta Via delle Grigne, lasciando a destra il sentiero per la Cresta Cermenati. Il sentiero traversa a mezzacosta, quindi serpeggia in vista delle prime guglie della Grignetta. Si arriva al primo tratto attrezzato che attraversa con catene e qualche piolo un canalone con scorci sul Lago d’Annone, poi si affronta la scaletta del Caminetto Pagani, all’inizio leggermente strapiombante, e si scende a sinistra dal lato opposto (sopra c’è un cartello di divieto d’accesso) per una valletta. Attraverso numerosi saliscendi panoramici sul Lario, solo in parte attrezzati, si superano due canaloni circondati dalle guglie della Grignetta.

Si lascia a sinistra il sentiero per Fungo, Campaniletto, Torre Maria e poco dopo si scorge dall’alto lo stesso gruppo del Fungo e il Lago di Annone. Ignorato sulla destra il sentiero per la Guglia Angelina e l’Ago Teresita, si attraversa il Canalone di Val Tesa (imbocco Canalone Angelina, 1730 m).
Successivamente si abbandona il sentiero della Direttissima, che prosegue verso il Rifugio Rosalba, deviando a destra lungo il Sentiero Giorgio e Colle Valsecchi (1.30 ore). Con un traverso in saliscendi in parte attrezzato, si arriva all’imbocco del Canalone Valsecchi, che si risale sino al colle omonimo. Nella parte finale si affronta una placchetta rocciosa attrezzata (è il tratto più difficile del Sentiero Giorgio), poi un pendio erboso porta al Colle Valsecchi che offre un ampio panorama sullo Zucco di Sileggio, i Sassi Cavallo e Carbonari e il Grignone.
Dal Colle Valsecchi si tiene la destra, lasciando a sinistra i sentieri per il Rifugio Rosalba, il sentiero attrezzato della Val Scarettone e la via alpinistica della Cresta Segantini, e si segue il sentiero attrezzato Cecilia per la cima della Grignetta.

Ritornati sul versante meridionale della Grignetta, si affronta un traverso e quindi un canale in discesa parzialmente attrezzato e si attraversa il Canale di Val Tesa. Si risale alternando tratti attrezzati a tratti senza cavo e, dopo un punto panoramico, si scende per un canale con catene. Infine si risale verso sinistra faticosamente in diagonale, raggiungendo il sentiero della Cresta Cermenati, via normale alla Grignetta. Delle roccette con catena sono l’ultima difficoltà prima di guadagnare la cima della Grignetta, ove è posto il Bivacco Ferrario (2184 m, 1 ora), dalla strana forma che gli è valso l’appellativo di “astronave”.

anello della grignetta

Itinerario di discesa

Si discende dietro al bivacco lungo la Cresta Sinigaglia per una ripida paretina attrezzata (ossia il tratto più difficile) fino a un intaglio e quindi si procede in saliscendi lungo la cresta. Sceso un canale attrezzato con catena, si raggiunge la Selletta Federazione (2124 m) e si lascia a sinistra il bivio per il Grignone. Ci si appoggia al lato meridionale (destro) della cresta percorrendo un traverso attrezzato sopra il Canalone Porta. Dopo un segmento di sentiero, si svolta a sinistra lungo il delicato passaggio del Saltino del Gatto, avendo di fronte la grande croce di vetta dei Magnaghi (0.45 ore).

Si seguita a divallare lungo la cresta panoramica, evitando di abbassarsi a destra nel Canalone Porta. Dopo gli ultimi scorci su Valsassina e Grignone, il sentiero lascia la cresta e digrada sulla destra con molte risvolte tra le guglie. Si costeggia il Canalone Porta. Dopo il bivio (a sinistra si salirebbe al Torrione Fiorelli), si entra nel bosco e si attraversa il Canalone Porta alla base.

Si scende seguendo le indicazioni per Piani Resinelli e Rifugio Soldanella, fino a raggiungere una strada sterrata e dei parcheggi. Si va quindi a destra, toccando il Rifugio Soldanella, e, senza troppo sforzo, si arriva in piazza ai Piani Resinelli (1 ora).

La guida

L’itinerario è tratto dalla guida A piedi in Lombardia

escursioni lombardia

Il Sentiero delle Scalette al Larsèc – Catinaccio

Il Sentiero delle Scalette è un percorso suggestivo e molto frequentato dagli escursionisti per il suo aspetto selvaggio e la bellezza dell’ambiente. Eugenio Cipriani lo descrive nella nuova guida I 50 sentieri più belli delle Dolomiti.

Immaginate che un pasticcere un po’ mattacchione decida di fare una millefoglie. La prepara e la mette in forno. Quando è pronta la estrae e la fa raffreddare. Per errore, ci appoggia sopra il palmo della mano. La pressione esercitata è tale da creare sulla cialda superiore tante piccole fratture.

Per coprire la malefatta, allora, il nostro pasticcere scalda in un pentolino della glassa al cioccolato. Giunta ad ebollizione la toglie dal fuoco e la versa sulla cialda. La glassa si espande su tutta la superficie della torta ma in modo particolare penetra nelle screpolature della cialda approfondendole sino a scavare un solco nei sottostanti strati di crema e pasta sfoglia. Poi il pasticcere se ne va e lascia la torta a raffreddare. Ma qualcuno ne ha sentito l’odore. È il figlio del pasticcere che, senza farsi vedere, apre la porta della cucina e scopre la torta. Sa che non deve mangiarla, ma la golosità è tanta e, per non rovinarla, si limita a sbocconcellare la glassa al cioccolato che, raffreddatasi, si stacca a scaglie con estrema facilità. Rimpinzatosi a dovere, il golosone alla fine si allontana lasciando però dietro di sé una torta in condizioni impresentabili.

Con una metafora culinaria ecco come i Monti Pallidi (la torta millefoglie) ancora in fase di formazione sono stati a volte ricoperti e a volte scavati da immense masse fluide di lava. Il Passo delle Scalette ne è un esempio palese. Ancor più evidente ed estesa è la spaccatura che incide lo Zoccolo del Polenton, ma che offre qualche difficoltà alpinistica.

Con questa gita, invece, non avremo bisogno di arrampicare. Infatti l’anello escursionistico qui proposto, fra i più belli delle Dolomiti, non è difficile ma, ai meno esperti, si suggerisce l’uso dell’imbragatura nel breve tratto attrezzato che porta al Passo delle Scalette. In caso di nuvole basse, attenzione all’orientamento nella parte superiore del percorso!

Dettagli itinerario

Quote da 1950 a 2770 m
Dislivello 850 m
Tempo complessivo 6.30 ore
Difficoltà EEA = Escursionistico per Esperti con Attrezzatura. Rientrano in questa categoria i sentieri e le vie ferrate da affrontare con casco, imbragatura, dissipatore, cordini e moschettoni (Set da ferrata).
Segnaletica bianco-rossa 540, 583, 584, 546
Periodo consigliato da luglio a settembre
Punti di appoggio Rifugio Gardeccia, aperto da inizio giugno a inizio ottobre, 43 posti letto, tel. 0462.763152, 335.7432676, www.gardeccia.it. Rifugio Antermoia, 62 posti letto, tel. 0462.602272, 333.6656311, www.rifugioantermoia.com. Rifugio Passo Principe, aperto da fine maggio a metà ottobre, 34 posti letto, tel. 0462.764244, 339.4327101, www.rifugiopassoprincipe.com. Rifugio Vajolet, SAT Trento, aperto da metà giugno a fine settembre, 130 posti letto, tel. 0462.763292, 335.7073258, www. rifugiovajolet.com. Rifugio Paul Preuss, aperto da giugno a ottobre, 10 posti letto, tel. 368.7884968. Rifugio Stella Alpina Spiz Piaz, aperto da giugno a metà ottobre, 50 posti letto, tel. 0462.760349, www.rifugiostella alpinaspizpiaz.com
Cartografia Tabacco foglio 06 Val di Fassa e Dolomiti Fassane

La descrizione dettagliata dell’itinerario completa di mappa e foto è pubblicata nella nuova guida I 50 sentieri più belli delle Dolomiti

sentieri dolomiti

Il giro delle Tre Cime di Lavaredo

Il giro delle Tre Cime di Lavaredo è l’escursione più bella nelle Dolomiti di Sesto. Eugenio Cipriani lo descrive nella nuova guida I 50 sentieri più belli delle Dolomiti.

Intorno ai “menhir” naturali più famosi al mondo

Quello delle Tre Cime è un ambiente che non ha rivali in nessun altro luogo del mondo. Siamo in presenza del “sublime” romantico nella sua espressione più pura; siamo in un luogo dove la Natura sembra aver voluto imitare l’Arte. E ci è riuscita benissimo!
Purtroppo il luogo, d’estate e nelle belle giornate, è frequentato all’inverosimile. E così, se qualcuno mi chiedesse quale potrebbe essere il momento migliore per visitare le Tre Cime risponderei senza dubbio ottobre e novembre, quando silenzio e solitudine regnano incontrastati. Certo, in quei mesi non tutti hanno ferie, inoltre i rifugi sono chiusi ed il freddo a volte si fa sentire. Ma la solitudine non ha prezzo!
Nella stagione estiva, il tratto più tranquillo di questo itinerario è quando, abbandonato il sentiero per il rifugio Locatelli, si scende nel grande catino ghiaioso della Grava Longa, proprio ai piedi delle pareti Settentrionali della Cima Grande e della Cima Ovest, i “menhir” naturali più grandi e più fotografati del mondo.

Sdraiati sui prati, e a debita distanza dai sassi che potrebbero cadere dall’alto, avremo occasione di seguire le evoluzioni delle cordate. E, fra un moto di apprensione per quelle figure appese ed un pensiero compiaciuto per la nostra comoda e sicura posizione, varrà la pena meditare sulle parole d’esordio del De rerum natura di Lucrezio: “È dolce, mentre nel grande mare i venti sconvolgono le acque, guardare dalla terra la grande fatica di un altro, non perché il tormento di qualcuno sia un giocondo piacere, ma perché è dolce vedere da quali mali tu stesso sia immune.”

Dettagli itinerario

Quote da 2320 a 2545 m
Dislivello 400 m
Tempo complessivo 2.30 ore
Difficoltà T
Segnaletica bianco-rossa 101, 105
Periodo consigliato da giugno a ottobre
Punti di appoggio Rifugio Auronzo, CAI Sezione di Auronzo, aperto da fine maggio a metà ottobre, 99 posti letto, tel. 0435.39002, www.rifugioauronzo.it. Rifugio Lavaredo, aperto da metà giugno alla prima domenica di ottobre, 24 posti letto, tel. 349.6028675, www. rifugiolavaredo.com
Cartografia Tabacco foglio 010 Dolomiti di Sesto

Foto: Consorzio Turistico Alta Pusteria (E. Callierotti)

La guida

La descrizione dettagliata dell’itinerario completa di mappa e foto è pubblicata nella nuova guida I 50 sentieri più belli delle Dolomiti

sentieri dolomiti

Il sentiero-balcone della Val Veny da Courmayeur

La straordinaria bellezza della Val Veny da scoprire con la guida I 50 sentieri più belli della Val d’Aosta di Stefano Ardito e Cesare Re.

Questa escursione lungo la Val Veny, molto panoramica, consente di ammirare due specchi d’acqua molto particolari, il Combal (che può essere un lago o una conca acquitrinosa, a seconda della stagione e delle precipitazioni) e il Lago Chécrouit che, nonostante la presenza di qualche impianto di troppo, è comunque un belvedere eccellente sul Monte Bianco e sul resto del massiccio, incluse le splendide Grandes Jorasses.

Ghiaccio, rocce e nuvole si specchiano nelle sue acque, di un blu intenso. Il lago si trova ai piedi delle falde della Testa d’Arpy e del Mont Brise.

L’itinerario più breve e semplice per raggiungerlo, che inizia dal Piano o dal Col Chécrouit, è molto frequentato dai villeggianti di Courmayeur ed è a sua volta uno dei più panoramici della Valle d’Aosta, con vista che spazia dalla Val Vény sino alle cime del Monte Bianco.
La traversata che inizia dal Lago di Combal offre anche una impressionante vista sulla colata glaciale del Miage, sul lago omonimo che spicca tra ghiaccio e morene, sull’Aiguille des Glaciers, sulle Pyramides Calcaires e sull’Aiguille de Trélatête. Bella anche la zona delle baite dell’Arp Vieille Superiore, che rappresentano l’architettura tradizionale degli alpeggi valdostani. Il tratto a picco sulla forra della Val Vény si svolge su terreno ripido e franoso. In condizioni normali non ci sono difficoltà o pericoli, ma la zona dev’essere evitata a inizio di stagione, quando dei ripidi nevai interrompono il sentiero.

Per chi percorre il Tour du Mont Blanc ed è partito dal versante francese (l’inizio tradizionale è a Les Houches) questa è una tappa di passaggio. Se invece si è partiti dal versante italiano questa è la tappa finale, che precede l’arrivo e il brindisi a Courmayeur. Chi vuole può prolungare l’escursione continuando verso il Mont Chétif con l’itinerario successivo.

Dettagli itinerario

Quote da 1697 a 2365 m
Dislivello 440 m in salita, 250-510 m in discesa
Tempo complessivo 3.30 – 4.15 ore
Difficoltà E
Segnaletica gialla 13, 6 e Tour du Mont Blanc
Periodo consigliato da luglio a settembre
Punti di appoggio Cabane du Combal, 23 posti letto, aperta da giugno a settembre, 0165.1756421, 339.6938817, www.cabaneducombal.com. Rifugio Maison Vieille, 54 posti letto, aperto da metà giugno a fine settembre, servizio trasporto bagagli fino al rifugio, 337.230979, 328.0584157. www.maisonvieille.com
Cartografia carta IGC 1:25.000 n. 107 Monte Bianco; carta IGN 1:25.000 3531 ET St. Gervais-Mont Blanc

La Cabane du Combal in Val Veny

La guida

La descrizione dettagliata dell’itinerario completa di mappa e foto è pubblicata nella nuova guida I 50 sentieri più belli della Valle d’Aosta

In arrivo la guida “Sentieri nel Parco Nazionale d’Abruzzo”

In uscita la nuova guida Sentieri nel Parco Nazionale d’Abruzzo di Stefano Ardito. L’autore presenta i suoi 96 itinerari per scoprire ‒ o riscoprire, per chi già ha avuto modo di esplorare questo scrigno di natura ‒ la più antica area protetta d’Italia.

Altri parchi dell’Appennino, lo sappiamo, comprendono delle vette più alte. Per migliaia di escursionisti e appassionati di natura, però, che arrivino dall’Italia o dal resto del mondo, il Parco più bello è ancora il più antico della Penisola, che ha al centro Pescasseroli e l’alta valle del fiume Sangro. E che, da pochi anni dopo la sua istituzione, interessa i territori dell’Abruzzo, del Lazio e del Molise.

Ad accogliere chi cammina, ai piedi dei monti Marsicano e del Petroso, sono faggete che sembrano senza fine, solenni altopiani di pascoli, crinali non particolarmente elevati ma aspri e tormentati al punto giusto. Poi ci sono le acque dei fiumi, dei torrenti e dei laghi, i paesaggi carsici del versante laziale, le forre e le grotte come quella sorprendente dello Schievo.

I borghi, da Civitella Alfedena a Scanno, e da Opi a San Donato Val Comino, conservano chiese e monumenti civili di pregio, e antiche case di pietra addossate le une alle altre. Grazie al Parco, il turismo verde qui è arrivato prima che altrove, e gli alberghi, i bed&breakfast, le guide escursionistiche e i rifugi sono spesso di eccellenza.

Gli animali del Parco

Ma l’attrattiva più forte è la fauna. I cervi stupiscono nel centro di Villetta Barrea, ed emozionano a ottobre con i possenti bramiti dei maschi. I camosci, ormai meno numerosi che alla Majella o sul Gran Sasso, si mettono in posa con studiata eleganza intorno a Passo Cavuto e sulla Meta. Il lupo, sempre più facile da vedere anche dall’auto, è stato salvato dall’estinzione proprio qui, come racconta il museo di Civitella Alfedena.

guida sentieri abruzzo

E poi c’è l’orso marsicano, il signore di queste montagne. Anche se qualche esemplare ogni tanto si allontana verso il Genzana, la Majella o le foreste degli Ernici, la grande maggioranza dei 40-45 plantigradi sopravvissuti sull’Appennino vive qui. Non si spostano dal cuore del Parco le orse in età fertile, che sono la garanzia per il futuro della specie.
In primavera, ogni tanto, qualche escursionista fortunato si vede passare davanti mamma orsa con la sua aria preoccupata, accompagnata da uno o due cuccioli che trotterellano nel sottobosco o nell’erba. Questa magia altrove non c’è. Benvenuti sui sentieri dell’orso.

Escursione al Rifugio Vandelli e al Lago del Sorapiss

Un’escursione da non perdere, perché il Lago del Sorapiss ha un colore incredibilmente azzurro e l’abbraccio delle gigantesche pareti del Sorapiss è semplicemente spettacolare. Parola di Eugenio Cipriani, autore della guida I 50 sentieri più belli delle Dolomiti.

Dal Passo Tre Croci al rifugio Vandelli il sentiero, nei mesi di luglio e agosto, è tutto un pullulare di turisti. Merito del lago dal colore incredibilmente azzurro, attrattiva irresistibile che vince la barriera della fatica. Il rifugio sorge al centro del circo settentrionale del Sorapiss, quasi sull’orlo dello zoccolo dove affiora e precipita la cascata del “Piss”. E proprio a pochi minuti dal rifugio, separato da una breve collina, c’è il meraviglioso Lago del Sorapiss, scavato nella roccia e privo di emissari superficiali, le cui acque per via sotterranea vanno ad alimentare l’alta cascata.
Ma tanta bellezza viene deturpata a causa della eccessiva frequentazione. Troppa gente in un’area così ristretta e delicata rischia di portare il lago all’eutrofizzazione, vale a dire alla modifica permanente delle sue caratteristiche biologiche. Uno dei fattori principali di degrado è la presenza di rifiuti che, in alta stagione, tremila persone lasciano ogni giorno sulle rive del lago.

Quando andare

Date le premesse, che dire? Rinunciare a vedere il Lago del Sorapiss per colpa della folla? No di certo. Il luogo è incantevole, il lago ha un colore unico e l’abbraccio delle gigantesche pareti del Sorapiss è semplicemente spettacolare. Vale quindi il solito suggerimento: evitare luglio e agosto e, se non si hanno alternative all’alta stagione, approfittare delle prime ore del mattino quando non è ancora preso d’assalto, e il sole colpisce l’immenso anfiteatro che va dalle Tre Sorelle al Dito di Dio passando per i Monti della Cacciagrande. Un quadro di romantica, struggente bellezza.
Da evitare anche i periodi di eccezionale siccità, quando le sorgenti sotterranee che lo alimentano si impoveriscono e la superficie del lago si riduce sensibilmente.

L’anello proposto è per escursionisti esperti e allenati. Il settore più esposto è la breve cengia che consente il passaggio dal Cadin del Laudo alla conca del Lago del Sorapiss. Il tratto dal rifugio al Passo Tre Croci attraverso il sentiero segnavia 215, invece, anche nei punti esposti è stato perfettamente attrezzato con passerelle e scalette dotate addirittura di parapetto!

sorapiss
Un tratto del sentiero attrezzato, foto di Diego Leder. Nella foto in alto, il Lago del Sorapiss, foto di Franco Oliveri.

Scheda tecnica itinerario

Quote da 1722 a 2307 m
Dislivello 550 m
Tempo complessivo 5 ore
Difficoltà EE
Segnaletica bianco-rossa 213, 216, 215, Alta Via numero Tre e Quattro
Periodo consigliato dai primi di giugno a fine settembre
Punti di appoggio Rifugio Vandelli, CAI Sezione di Venezia, aperto dal 20 giugno al 20 settembre, 40 posti letto, tel. 0435.39015, www.rifugiovandelli.it
Cartografia Tabacco foglio 03 Cortina d’Ampezzo e Dolomiti Ampezzane

La Guida

La descrizione dettagliata dell’itinerario completa di mappa e foto è pubblicata nella guida I 50 sentieri più belli delle Dolomiti

sentieri dolomiti

Trekking Valle Spluga: il Lago d’Emet e il Pizzo Spadolazzo

Vi presentiamo un’escursione alla volta del lago più pittoresco della Valle Spluga: il Lago d’Emet. L’itinerario è tratto dalla nuova guida A piedi in Lombardia

Uno degli angoli più pittoreschi e famosi della Valle Spluga è la conca che ospita il Lago d’Emet, a nord di Madesimo. Uno storico rifugio splendidamente gestito – il Rifugio Bertacchi – fa da guardia a quest’oasi di pace e ai panorami sui tremila dell’alta Valle Spluga, torreggianti al di là degli Andossi. Due sono gli itinerari che raggiungono la conca dell’Emet e il Rifugio Bertacchi: si può scegliere di salire in auto fino al Lago di Montespluga e da lì attraversare a piedi gli Andossi, quindi traversare quasi in piano le pendici dello Spadolazzo (itinerario che richiede solo un’ora di cammino), oppure si può partire da Madesimo, e più precisamente dalla frazione Macolini, a nord della cittadina (che richiede una mezz’ora di cammino in più). Presentiamo in dettaglio la seconda opzione.

Scheda tecnica itinerario

Quote da 1656 a 2720 m
Dislivello 1070 m
Tempo 3 ore in salita; 2 ore in discesa
Difficoltà E, EE per il Pizzo Spadolazzo
Segnaletica bianco-rossa
Periodo consigliato da luglio a ottobre
Cartografia Kompass 92 Valchiavenna-Val Bregaglia
Punti d’appoggio Rifugio Giovanni Bertacchi, CAI Valle Spluga-Madesimo, 24 posti letto. Apertura estiva, tel. 334.7769683.

Accesso

Si attraversa in auto il paese di Madesimo, quindi si prosegue per circa 3 chilometri (nord) nella Valle Scalcoggia fino alla frazione Macolini (1656 m), dove si lascia l’auto. Qui l’urbanizzazione è ormai ridottissima: si fanno spazio prima alcuni pascoli, quindi la naturale vegetazione arborea. Agli inizi di giugno, da questi prati spunta una miriade di fiori di montagna, che danno luogo a uno spettacolo di colori sgargianti; lontano, sullo sfondo, la mole elegante del Pizzo Quadro.

Itinerario

Si prende a camminare dapprima nel bel fondovalle, chiuso di fronte a noi dal muraglione del Pizzo Spadolazzo (meta opzionale di questa escursione), quindi si piega a destra per andare ad affrontare, con numerosi tornanti, la ripida salita alla conca che accoglie il Lago d’Emet. Quando rododendri e piante di lampone vanno via via diventando sempre più rari, e contemporaneamente il pendio si fa meno ripido, è segno che la meta è vicina; e infatti poco oltre appare finalmente la bella struttura del Rifugio Bertacchi (2196 m, 1.30 ore), posizionato in cima al colletto erboso che cinge a ovest il Lago d’Emet. Il contesto paesaggistico in cui è calato il rifugio è incantevole: le pacifiche rive del lago sono la dimora di numerosissime marmotte, mentre verso ovest si è distratti dalla bellezza del panorama sulle cime dell’Alta Valle Spluga.

Variante

Se si è disposti a sacrificare qualche ora di riposo su questi magnifici prati per andare a spingere la vista ancora più lontano, si può affrontare l’ascesa del Pizzo Spadolazzo, il panettone roccioso che si eleva alle spalle del rifugio. A raggiungerne la panoramica vetta è una traccia di sentiero, forse poco battuta ma perfettamente segnalata con segnavia bianco-rossi. Per la ripidezza dell’ultima rampa di sfasciumi che porta alla vetta, l’itinerario è consigliato solo ad escursionisti esperti.

Dal Rifugio Bertacchi si aggira il lago a nord seguendo le indicazioni per il Passo d’Emet (Pass da Niemet su CNS), cui però non si perviene: a metà strada circa, infatti, si trova la deviazione (sinistra) per lo Spadolazzo, segnalata tramite una scritta rossa su un masso. Il sentiero striscia dapprima in leggera salita fra imponenti placche e gibbosità rocciose, quindi prende a salire con più decisione lungo gli sfasciumi che colano dal panettone sommitale. Alcuni faticosi tornanti e diversi passaggi di facili roccette portano alla vetta del Pizzo Spadolazzo
(2720 m, 1.30 ore).
I panorami si allargano su tutta la Valle Spluga, sull’ampio solco della Val Loga, sul sottostante Lago di Montespluga e sul gruppo ghiacciato del Suretta. La discesa è da compiersi lungo lo stesso percorso e riporta a Macolini in circa 2 ore.

L’itinerario è tratto dalla guida A piedi in Lombardia

escursioni lombardia

Sullestrade, domani il via al Festival del Libro a Fumane

Eugenio Cipriani presenta la nuovissima guida I 50 sentieri più belli delle Dolomiti a Sullestrade.

Da domani venerdì 8 a domenica 10 giugno si terrà Sullestrade, il primo Festival del Libro di Viaggio e di Avventura presso il Centro di Appassimento Uve Valpolicella Terre di Fumane situato in Via Ponte Vaio 9 a Fumane (Verona). La cornice della prima edizione del Festival Sullestrade è la Valpolicella, con i suoi suggestivi spazi industriali dei capannoni per la ricerca e l’appassimento delle uve della Valpolicella a Fumane, emblema di questa laboriosa e affascinante valle veronese.

Questo il claim dell’evento:

Tornare sui libri per viaggiare meglio e andare più lontano.
Con le gambe, con il cuore e con la testa.

IL PROGRAMMA

Tre giornate di incontri con gli autori dei libri di viaggio e con i grandi viaggiatori, appuntamenti per la lettura, i workshop, le mostre, la musica e nuove idee per viaggiare attraverso la letteratura e l’avventura.

Venerdì 8 giugno alle 20, l’incontro con l’autore dal titolo SU E GIÙ PER LA MONTAGNA: Eugenio Cipriani, presenta I 50 sentieri più belli delle Dolomiti intervistato da Romeo Ferrari, filosofo e alpinista.

Tra gli autori che saranno a Sullestrade, Alessandro Vanoli con il suo La via della Seta, Giuliano Malatesta sulla Barcellona di Montalban (edizioni Perrone), Lorenzo Pini sulla Lisbona di Tabucchi (edizione Perrone), il prof. Mario Fales che ci incanterà con Quel treno per Baghdad (Neri Pozza ed.) oltre che con le sue esperienze di archeologo in Mesopotamia, Paolo Ciampi con il suo La strada delle legioni, un “camino” lungo quello che fu il Vallo di Adriano in Inghilterra, ma anche il prof Mario Allegri che ci accompagnerà in un inedito viaggio da Conrad a Simenon.
E ancora i viaggi sui pedali con Alberto Fiorin, nonché le piccole grandi storie di viaggiatori incalliti che ci faranno conoscere la via Francigena, il cammino per Santiago di Campostela, la Sicilia in camper, il Vietnam in motorino e il deserto in… autobus!

A questi si aggiungono altri eventi come la mostra mercato di letteratura di viaggio, lo stand del selfpublishing di viaggio, le mostre di fotografia con il Museo Africano e il Circolo Fotografico veronese, il workshop con la bravissima fotoreporter Monika Bulaj, le idee di viaggio proposte da Focus Himalaya Travel e Move Travel, i laboratori didattici per i piccoli viaggiatori.

L’iniziativa è del libraio veronese Giorgio Chiavegato che, attorno alla neonata associazione Sullestrade, ha raccolto l’adesione di scrittori e amanti della letteratura, e delle altre realtà interessate al tema del viaggio.

Protagonista di questa iniziativa, già inserita nel calendario dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale, sarà dunque il libro (nella sua forma cartacea), tesoro da tutelare e da promuovere come il migliore dei modi per vivere ancora nella maniera più completa le più affascinanti storie legate ai più straordinari luoghi del nostro pianeta e, nello stesso tempo, come uno dei più validi e appassionanti baluardi contro le degenerazioni della globalizzazione.

Comune denominatore dei libri sarà il tema del viaggio, nella sua forma più libera e immateriale. Dal viaggio da vivere sulle pagine di un libro, cioè, fino al viaggio come progetto reale, da pianificare – carta geografica alla mano – con gli amici, per fare proprio per sempre il dono dell’esperienza, dell’incontro e dello scambio tra vicini e lontani, tra simili e diversi.

INFO sulla pagina FB Sullestrade e sul sito www.sullestrade.it, info@sullestrade.it