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Mese: Maggio 2016

Per un tuffo di romanticismo: Mykonos, Grecia

Alla scoperta delle luci spettacolari delle isole greche con Lucrezia Argentiero e la sua guida Il giro del mondo in 80 isole.

Quando si pensa a Mykonos, si pensa subito all’isola degli eccessi, delle notti bianche, dei party sulla spiaggia, delle lunghe ore notturne trascorse con gli amici, passando da un locale all’altro fino all’alba, della vacanza anche gay-friendly. Si pensa all’isola dove Onassis e la Callas scendevano abbracciati dal panfilo “Cristina”, e l’anno dopo sempre Onassis ma con Jackie Kennedy abbracciati allo stesso modo. Oggi questa terra brulla, segnata da rocce e nastri di sabbia dorata, sta cambiando aspetto. Via il baccano, via il turismo di massa. L’isola sta riscoprendo e rispolverando le sue vecchie maniere e il suo allure un po’ snob: quello che la fece diventare l’approdo più famoso della Grecia già ai tempi del famoso armatore, Onassis.

Mykonos-Grecia-tramonto
Se siete alla ricerca di un’isola romantica, questa oasi è ora la meta giusta e riserva un animo più profondo. I riferimenti mitologici portano ad Anios, figlio di Apollo “fotodotis” che dona la luce, per questo Mykonos è considerata “l’isola della luce”. Una luce che si accende di bianco e blu. Sono questi i colori che ritroverete ovunque, passeggiando fra le strette e sterrate strade.
Il restyling dell’isola è cominciato con l’hôtellerie e la tavola: sono nati raffinati boutique hotel, premiati a livello internazionale e chef fantasiosi hanno aperto i ristoranti accanto alle chiassose taverne.
Vale la pena andare alla ricerca della sua atmosfera vintage. Strano a dirsi ma ora anche qui ci sono posti che regalano emozioni e incredibilmente silenzio e pace. Come il Jackie O’, sul porto vecchio a Kastro, dove potrete prendere un aperitivo ascoltando la dolce melodia del mare. Lasciandovi guidare dall’istinto, addentratevi fra le viuzze del centro storico, mentre andate alla ricerca di un piccolo locale dove cenare.
Ma Mykonos è soprattutto mare. Dove andare? Le spiagge più modaiole sono Paradise e Super Paradise Beach, ma sono sempre affollate. Se siete sempre “a caccia” di tranquillità, scegliete Kalafatis, Kato Lividi o Elia. Qui il silenzio è assicurato.

Mykonos-Grecia-mulini

DOVE DORMIRE – Myconian Imperial Resort & Thalasso Spa Center: un albergo di lusso a cinque stelle situato nella tranquilla spiaggia di Elia, una delle più lunghe e a soli 10 chilometri dall’aeroporto. Ambiente di charme e privacy assicurata. Anche centro benessere per trattamenti rilassanti.

DOVE MANGIARE – Nikos: una tipica taverna greca, nel cuore della Chora. Cucina tipica a base di pesce, grazie al rifornimento giornaliero dei pescherecci che battono le acque pescose tra Mykonos e la sacra Delo.

L’IDEA IN PIÙ – Tra le escursioni da fare: Delos, uno dei principali centri religiosi della Grecia antica assieme a Olimpia e Delfi. Va ricordato, inoltre, che otto miglia nautiche e mezz’ora di navigazione separano il profano dal sacro, Mykonos da Tinos, chiamata la “Lourdes dell’Egeo”, perché vi si trova una statua che sembra avere proprietà miracolose.

CURIOSITÀ – Basta andare in un locale che dagli anni Cinquanta non è mai cambiato. Si chiama Remezzo, è una terrazza bianca all’ingresso del porto vecchio, a cui si arriva da un piccolo molo dove si ormeggia la barca. Per accedere c’è una selezione rigidissima: non si è entra se si è sudati o se si indossano in ciabatte e bermuda. I motivi? All’interno è il regno della raffinatezza. I ragazzi sono eleganti, tutti di quella bellezza ricercata, di decenni addietro: pantaloni di lino bianco e vestiti da sera e champagne.

La guida

Nella guida trovi inoltre preziosi consigli pratici su dove mangiare e dormire. Buona lettura!

Insolazione: 5 consigli su come prevenirla e curarla

Il colpo di sole o insolazione è un surriscaldamento che interessa la scatola cranica. Può verificarsi soprattutto quando si è marciato a lungo sotto il sole a picco, magari a capo scoperto.

Non sempre l’insolazione si associa alla sensazione di caldo soffocante. I sintomi principali sono in genere: forte mal di testa, polso leggero ed accelerato, nausea, lieve stato confusionale, febbre.
Di seguito qualche utile consiglio per prevenire e curare le insolazioni.

  • Al fine di abbassare la temperatura corporea, bevete spesso, usate il cappello e bagnatelo ogni volta che si asciuga, rinfrescando anche i polsi. Portate inoltre sempre con voi creme solari ad alta protezione, soprattutto d’estate.
  • Se si presentano i sintomi di un colpo di sole, è necessario riposare immediatamente in un luogo fresco e all’’ombra, in posizione semiseduta
  • Frizionate la fronte e i polsi con un panno bagnato, facendovi sventagliare
  • Bevete dosi abbondanti di liquidi freschi, senza mangiare né assumere cibi salati
  • Nel caso di bambini, cardiopatici, anziani, obesi, diabetici, meglio sottoporre a scopo cautelativo la persona colpita alla valutazione di un medico.

Escursioni e vie ferrate sulle Cinque Torri e sulla Croda da Lago

Le piccole montagne che separano il Passo Falzàrego dal Passo Giau offrono paesaggi e itinerari tra i più celebri delle Dolomiti.

Mentre arrampicatori provenienti da ogni parte del mondo frequentano le pareti delle Cinque Torri, una delle palestre di roccia più ricche di storia e fotografate delle Alpi, l’elementare e panoramico sentiero che sale verso la cima del Nuvolau vede passare nelle belle giornate d’estate centinaia di escursionisti.

È facile trovare degli ingorghi anche sulla breve e facile via ferrata che conduce alla sommità dell’Averau. Negli ultimi anni la sistemazione delle trincee e delle postazioni d’artiglieria italiane ai piedi delle Cinque Torri ha reso ancora più suggestive le passeggiate in questa zona.

La fama di questo piccolo settore dolomitico, circondato da vette ben più imponenti come le Tofane, l’Antelao, il Pelmo e il Cristallo, si deve alla vicinanza a Cortina e alla strada del Passo Falzàrego, che la collega con la Val Badia e la valle del Cordévole.

Contribuiscono alla notorietà della zona la possibilità di visitarla anche d’inverno grazie a delle belle piste da sci, e l’Alta Via numero Uno che attraversa questo angolo dei Monti Pallidi nel suo lungo viaggio dal Lago di Braies a Belluno.
Le cose sono in parte diverse ai piedi della Croda da Lago, una bella e solitaria montagna molto amata dagli alpinisti e dai villeggianti dei primi anni del Novecento, e lasciata un po’ in disparte quando le strade e le funivie hanno iniziato ad “avvicinare” molti dei massicci vicini al fondovalle, e le arrampicate di bassa e media difficoltà sono passate di moda.

I boschi, l’altopiano dei Lastoni di Formìn e il romantico Lago Fedèra meritano invece una visita da parte dei camminatori di oggi. I rifugi sono numerosi tra le Cinque Torri e la vetta del Nuvolau, e si riducono a uno solo (più una malga con servizio di agriturismo) ai piedi della Croda da Lago.

Rifugio Scoiattoli - ®Bandion

Da Umito alle Cascate della Volpara

Le Cascate della Volpara sono le più note del versante ascolano della Laga. Questo itinerario nel Parco Nazionale del Gran Sasso-Laga è magnifico soprattutto al disgelo. Dominata dai pendii della Macera della Morte, la valle conserva molte tracce del lavoro dei montanari.

Cartelli a Umito (2)

Itinerario

Si trascura la strada che sale, e si imbocca la strada sterrata a mezza costa (cartello per le cascate) che passa accanto a un agriturismo e prosegue a mezza costa accanto al Fosso della Montagna. Toccati dei castagni secolari e dei campi si lascia a destra un ponticello (668 m). Si continua sulla strada (segnavia 314) che sale tra i castagni, supera due svolte e scende al Rio della Prata (763 m, 0.45 ore), e al bivio per la omonima cascata.

La sterrata termina poco oltre, accanto a un rifugio (805 m, 0.15 ore) e a una sorgente. Si continua sul sentiero che si alza a mezza costa nella faggeta, traversando dei ruscelli. Toccata una grotta con i resti di un forno si scende a un rudere su un prato. Poco oltre si guada un ruscello ai piedi di una cascatella, e ci si avvicina al torrente che corre su levigati lastroni di arenaria. Qui una caduta nel fiume potrebbe avere conseguenze molto serie. Un’ultima salita porta ad affacciarsi sull’anfiteatro dominato dalla Macèra della Morte. Le Cascate della Volpara scendono dal vallone di destra.

Si continua su terreno complicato da tracce di valanghe e da rami caduti. Dal poggiolo da cui appaiono le cascate si traversano dei ruscelli e si raggiunge una vecchia mulattiera. Senza imboccarla, si devia a destra fino alla base della prima cascata (1250 m, 1.30 ore).

Un sentiero permette di raggiungere il ripiano tra i primi due salti. Il ritorno richiede 2.15 ore. Per raggiungere anche la Cascata delle Prata, dal bivio, si sale nel bosco, accanto al rio e poi nella faggeta fino al ponticello alla base del salto. Verso destra si sale al masso-belvedere (905 m, 0.15 ore).

Si prosegue sull’itinerario precedente traversando il torrente, salendo nel bosco, superando un gradino roccioso e raggiungendo delle pareti. Poi si scende alla Valle Alta (870 m, E369081-N4732091) e si continua a saliscendi fino a Umito (1 ora).

Escursioni e vie ferrate sulla Marmolada per un’estate indimenticabile

La “regina delle Dolomiti” si alza tra la Val di Fassa, il Passo Fedàia e la Val Pettorina. Vi presentiamo sua maestà la Marmolada!

Oltre alla quota (la Punta Penìa, 3343 metri, è la massima cima delle Dolomiti) la Marmolada è resa inconfondibile dalla sua struttura asimmetrica. A nord, verso il Passo e il lago di Fedàia, scendono pendii coricati, ammantati dal più esteso ghiacciaio dei Monti Pallidi, in rapido ritiro. Sul versante opposto, verso la Val d’Ombretta, la montagna scende con una delle pareti più impressionanti delle Alpi.

Chi osserva la Marmolada da nord nota innanzitutto il ghiacciaio, al quale si affiancano i bastioni rocciosi del Gran Vernèl, della Punta Seràuta e del Sasso delle Undici. Se si guarda dall’alta Val di Fassa, la Marmolada è un triangolo roccioso, che domina i boschi e i pascoli. Per chi la vede da sud, coincide con la sua parete Sud, che alterna pilastri e placche levigate e verticali a profondi sistemi di fessure.

Il primo tentativo di salita alla vetta per il ghiacciaio è stato compiuto nel 1802, la vetta più alta è stata vinta nel 1864. La parete Sud, tra le più difficili delle Dolomiti, è stata conquistata nel 1901 e ha visto nascere dagli anni Settanta itinerari di settimo, ottavo grado e oltre, sui quali si cimentano oggi i migliori arrampicatori del mondo.

A sud della Marmolada, e fino al Passo San Pellegrino, si alzano montagne meno celebri come la Cima di Costabella e la Cima dell’Uomo. La zona include le pareti levigate dei Monzoni e dei Maerins, percorsi da altri sentieri di grande fascino, e da altri itinerari di arrampicata di alto livello.

L’elenco dei rifugi include grandi strutture come il Castiglioni e il Contrìn, lo storico rifugio Falièr dove passano la notte le cordate dirette alla parete Sud, e il piccolo rifugio sulla vetta della Punta Penìa, il più alto delle Dolomiti. Più a sud, meritano una visita il rifugio Vallaccia e quello del Passo delle Selle, all’inizio delle creste di Costabella.

Rifugio Contrin
Rifugio Contrin

Dolomiti di Brenta, paradiso per gli escursionisti

Campanile Basso, Crozzòn di Brenta, Cima d’Ambiez, Brenta Alta. I nomi delle vette più famose del Brenta sono un concentrato di storia dell’alpinismo. Sulla roccia di queste elegantissime vette, dalla fine dell’Ottocento, personaggi come Paul Preuss, Bruno Detassis, Cesare Maestri hanno tracciato vie celebri. Ai loro piedi sono nati alcuni dei rifugi più famosi dei Monti Pallidi.

Le Dolomiti di Brenta, l’unico massiccio dolomitico a ovest dell’Adige, sono state battezzate “una selva di guglie, di torri, di arditi pinnacoli” dal geografo e irredentista trentino Cesare Battisti. Esteso su 61.864 ettari, il Parco Adamello-Brenta è stato istituito nel 1967 dalla Provincia di Trento, e include anche i massicci cristallini della Presanella e dell’Adamello con i loro ghiacciai.

Le Dolomiti di Brenta culminano nei 3173 metri della Cima Tosa, alla quale si affianca il Crozzòn di Brenta. Oltre la Val Brenta si alzano la Cima Brenta (3150 metri) e le cime rocciose della Brenta Alta, del Campanile Basso e del Campanile Alto. Notevoli anche la Cima d’Ambiez e il Croz dell’Altissimo, affacciato sulla Valle delle Seghe e Molveno.

Sentieri, ferrate e arrampicate della parte centrale del Brenta sono famosi tra camminatori e alpinisti di tutto il mondo. I rifugi Brentei, Tuckett e Sella, Alimonta e Pedrotti, basi per questi itinerari, sono delle grandi strutture gestite spesso in maniera esemplare.

Offrono atmosfere più tranquille i rifugi Agostini e XII Apostoli, nei solitari valloni rocciosi del settore meridionale del Brenta, e i piccoli rifugi della Valle delle Seghe, sorvegliata dal Croz dell’Altissimo. Presentano scenari diversi la selvaggia catena settentrionale del Brenta, con i suoi bivacchi che si raggiungono attraverso itinerari impegnativi, e il massiccio della Campa, con le sue malghe sistemate a bivacco.
Completano il quadro i rifugi al servizio delle piste da sci di Madonna di Campiglio e Pinzolo, aperti anche in estate e spesso affacciati su magnifici panorami.

rifugio-Agostini
Rifugio Agostini

Stefano Ardito, nella guida I Rifugi delle Dolomiti – Trentino Alto Adige, illustra per ogni punto di appoggio la storia e il paesaggio, descrive il sentiero di accesso e indica preziose informazioni pratiche, tra cui le attività outdoor che si possono praticare da ogni struttura presentata. Ecco la guida ai 353 rifugi, malghe e bivacchi delle Dolomiti del Trentino Alto Adige:

rifugi Dolomiti Trentino Alto Adige

In arrivo la nuova guida I 50 sentieri più belli della Sicilia

I 50 sentieri più belli della Sicilia è la guida per gli appassionati di escursionismo e trekking scritta da Carmelo Sgandurra, Eduardo Di Trapani e Marilisa Vassallo. Siamo felici di presentarvela!

Negli ultimi decenni la Sicilia è tornata di moda. All’isola e alla sua gente sono stati dedicati libri, film e fiction televisive come Il commissario Montalbano di Andrea Camilleri, Baaria di Giuseppe Tornatore e Il postino con Massimo Troisi, e centinaia di altre opere di ogni tipo.

Ma l’attenzione per la Sicilia, in realtà, è sempre stata viva. Ai piedi delle Madonie e dell’Etna, in vista dei tre mari che la bagnano (Mar Jonio, Mar Tirreno e Mar d’Africa), intorno alle splendide isole minori e nei difficili cuori di Catania e Palermo, si svolgono da secoli storie e drammi che emozionano il resto d’Italia e il mondo.
La mafia e l’antimafia, ovviamente, l’abusivismo edilizio e l’entusiasmo di chi li combatte. Le eruzioni dello Stromboli e dell’Etna. Le continua scoperte di un’archeologia straordinaria. Le riflessioni spesso amare di siciliani come Leonardo Sciascia, Giuseppe Tomasi di Lampedusa e tanti altri.

Da qualche anno, la Sicilia conosce uno straordinario boom anche per quel che riguarda il turismo. Grazie ai voli low-cost (e non solo), ai traghetti, alla Salerno-Reggio Calabria che ha finalmente smesso di essere un tratturo in abbandono, alla fioritura di alberghi, agriturismi e bed & breakfast milioni di persone, per gran parte dell’anno, scoprono le aree archeologiche, le spiagge, i magnifici capoluoghi siciliani. Come nel resto d’Italia, si può scegliere tra decine di borghi – Erice, Cefalù, Noto, Modica, Taormina… – che accolgono a braccia aperte chi arriva. La cucina e i vini sono sempre più curati.

Questa guida, scritta con competenza e attenzione da tre appassionati locali – Carmelo Sgandurra, Eduardo Di Trapani e Marilisa Vassallo – si rivolge in primo luogo ai siciliani (e sono tanti!) che amano la natura e i sentieri. Ma spera di essere acquistata, letta e utilizzata anche dai molti che arrivano nell’Isola in cerca di sole e di templi, di pesce spada e cassate, di chiese barocche e di mare.

La Sicilia, come moltissimi già sanno, è anche uno scrigno di natura. Sentieri di grande bellezza, e spesso ben segnalati e curati, permettono di scoprire tratti di costa solitari e integri, canyon calcarei e necropoli, fioriture e profumi, vette panoramiche e monumenti della fede. Stupiscono chi pensa a un’isola arida le straordinarie foreste dei Nebrodi, e non solo. Anche le grandi città offrono passeggiate e sorprese.

Camminare, e chi firma queste note lo sa bene, è uno dei modi migliori per immergersi nella storia e nella natura di un luogo. È una regola che vale anche in Sicilia, e forse qui più che altrove. Mettetevi in marcia, provate, e non vi dovrete lamentare. Buon cammino!

Stefano Ardito

Escursioni sotto la pioggia: cinque consigli molto pratici

La speranza è sempre che non capiti. Ma cosa bisogna fare se durante un’escursione comincia a piovere? Ecco un piccolo vademecum.

 

  • Dove mettete i piedi. Fate particolare attenzione alle radici, soprattutto quelle che tagliano trasversalmente i sentieri, così come ad alcuni tipi di roccia calcarea e alle argille.
  • Il k-way sì, ma…Non dimenticate che il cappuccio limita significativamente la vostra visibilità e il vostro udito, rallentando i riflessi. Fate molta attenzione.
  • Le scarpe. La pioggia può allentare i lacci degli scarponi: di tanto in tanto fermatevi a controllare le vostre calzature.
  • Se vi bagnate? Assicuratevi di mantenere sempre asciutto un cambio intero o il sacco a pelo, se lo avete portato. Infilate in sacchetti di plastica ben chiusi quanto deve rimanere assolutamente asciutto. Se avete esaurito i cambi, infilate anche i panni bagnati in una busta di plastica, chiusa ermeticamente. Infilandola nel sacco a pelo in cui dormirete, questa procedura farà sì che i vostri panni bagnati al mattino risulteranno quantomeno intiepiditi.
  • Si può camminare con i vestiti bagnati addosso? Se non vi fermate, non dovreste ammalarvi. Ma difficilmente eviterete un raffreddore!